Malacarne, è in Spagna la prima gara

FELTRE. Partiranno dalla Spagna il 2017 e la nuova carriera di Davide Malacarne. Dopo otto stagioni su strada, con maglie di squadre di eccellenza assoluta quali Quick Step, Europcar e Astana, il professionista feltrino riparte dal fuoristrada.
Non dal ciclocross, specialità che nel 2005 gli regalò il titolo mondiale e la coppa del mondo Juniores, bensì dalla mountain bike, specialità marathon. Un mondo tutto da scoprire per il "Mala" quello delle "ruote grasse", un mondo nel quale cercherà di dimostrare che, a trent'anni (li compirà l'11 luglio) qualcosa da dire nel mondo del pedale ce l'ha ancora. Archiviata una quasi decennale esperienza nel ciclismo ai massimi livelli, con otto Grand Tour portati a termine (quattro Giri d'Italia, due Tour de France e de Vuelta a Espana), archiviata l'amarezza per il non rinnovo da parte dell'Astana, Malacarne riparte. Reinventandosi.
Da ciclista a biker. Con la volontà di recitare un ruolo da protagonista: non subito ma dopo un anno, il 2017, di "apprendistato". La ripartenza, come detto, avverrà dalla Spagna. Proprio quella Spagna sulle cui strade lo scorso settembre ha corso l'ultima gara in maglia Astana (la tredicesima tappa della Vuelta, la Bilbao-Urdax/Dantxarinea).
«Partirò venerdì per la penisola iberica», spiega Davide. «Da domenica sarò al via della Andalucia bike race, gara internazionale Uci di sei tappe che lo scorso anno vide la vittoria proprio della mia attuale squadra, grazie a Tiago Ferreira e Ilias Periklis (nel 2016 si corse a coppie, quest'anno singolarmente). Il 12 marzo gareggerò in Toscana, alla granfondo Castello di Monteriggioni, e poi volerò in Messico, per una gara che si svolgerà a un'altitudine di 3 mila metri».
Pronto? «Mi sono allenato bene ma la prima corsa è sempre la prima corsa. Solo la gara riesce a dirmi qual è il livello rispetto agli avversari, sia per quanto riguarda la gamba che relativamente all'abilità di guida. Sicuramente faticherò i primi giorni ma l'obiettivo è di concludere bene anche se non so quantificare questo "bene". Sarà tutto nuovo per me. Come tutto nuovo sarà, del resto, in ogni gara del 2017. Per questa stagione non ho particolari obiettivi: sarà un'annata che mi serve per farmi trovare pronto e provare a dire la mia nel 2018».
Quali sono le prime impressioni del mondo mtb?
«C'è un maggiore contatto con la natura, e questo non è poco. Mi piace anche il fatto che nei grandi eventi gli amatori possano pedalare spalla a spalla con i professionisti: è un modo per umanizzare lo sport».
Se ti guardi indietro, hai rimpianti?
«Zero rimpianti. Non ho voluto correre gratis. Volevo smettere. Poi è arrivata la proposta di Andrea Marconi per correre con il Dmt Racing. Ed eccomi qui, pronto a rimettermi in gioco. Tra l'altro, vedo che in tanti hanno apprezzato questa mia scelta di passare alla mountain bike. Anzi, ho forse qualche persona in più che mi segue».
C'è la possibilità di rivederti protagonista nel ciclocross? «È un'ipotesi che stiamo valutando. Potrebbe essere sì, magari non per tutta la stagione ma per metà sì».
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