L’Alpago in C1: un diluvio di emozioni e birra

I gialloverdi mettono sotto il Trento dopo essersela complicata e al fischio finale comincia un lunghissimo terzo tempo 



Terzo tempo infinito. Esame superato per l’Alpago: Trento e lode. Un diluvio di emozioni prima e di birra poi, allo stadio della Comunità Montana, per la promozione in C1. Due fusti li ha pagati il presidente Schirru e il resto a piacere. Sotto la pioggia del secondo tempo, è stata durissima per i gialloverdi contro un XV forte fisicamente come quello trentino, ma alla fine ci sono stati gavettoni per tutti: primo bersaglio l’allenatore Vendramin, che pur zuppo è volato verso il cielo dell’Alpago, lanciato dai suoi giocatori.

Una felicità incontrollabile sul prato, condivisa con più di metà della gradinata, mentre nello spicchio occupato dai sostenitori trentini si piangevano lacrime grosse come goccioloni. Festa anche per i bambini del settore giovanile, che avevano finito da pochi minuti la loro fatica, nel torneo Bortoluzzi e hanno visto una grande prova di cuore degli amici più grandi. Tra qualche anno, dovranno per forza diventare bravi come loro e continuare la tradizione alpagota. C’è davanti un po’ di tempo per crescere e anche migliorare.

Certo che se il primo tempo fosse finito con l’Alpago davanti di parecchi punti, non ci sarebbe stato niente di strano. I gialloverdi vanno all’ufficio anagrafe e prendono la residenza nei 22 metri trentini. Dopo due minuti, un calcio piazzato di Lorenzo Romor sgongela il risultato e sembra la prefazione di un romanzo di successo. Per una mezz’ora, l’Alpago è superiori in mischia e nelle rimesse laterali e costringe gli avversari a continui calci il più lontano possibile. Lo stesso Romor non si ripete dalla piazzola, ma a metà frazione è Trame a schiacciare in meta, con Favero a terra a centro campo, dopo aver preso un colpo alla testa. Romor non trasforma e il punteggio resta sull’8-0. Poca roba per quello che si è visto.

Il Trento si ribella negli ultimi dieci minuti, approfittando anche di un calo mentale dei bellunesi. Palombi trova il corridoio per accorciare, dopo un’azione molto insistita e, a tempo scaduto, il pareggio è un piazzato da posizione centrale di Broll. Sembra talmente incredibile ché si mette a piovere. L’Alpago, che pareva in grado di esagerare, si è messo nei guai. C’è l’intervallo, per rimettere insieme le idee, ma dopo cinque minuti della ripresa Lorenzo Romor sbaglierà un altro calcio. Poi Vendramin farà entrare Zoppè e Vaina e non manca un altro contraccolpo.

L’Alpago la decide negli ultimi dieci minuti. Usa la testa e tira fuori il carattere, per non dire altro. Romor ricomincia a centrare i pali per il sorpasso e, per chiudere, ci sono due mete. Fortemente voluta quella di Vaina, poi Facchin intercetta l’ovale a metà campo e va in volata tra i pali come al Giro d’Italia. Romor ha di nuovo il piede caldo e scoppia la festa. —





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