Il sogno di Diana: medaglia ai Giochi olimpici di casa

Sportivamente la speranza era conquistare almeno un altro paio di vittorie. Così non è stato e pazienza. Di certo l’Italia junior maschile di curling, rientrata pochi giorni fa dal mondiale a Krasnoyarsk, in Russia, ha vissuto un’esperienza indimenticabile. La prima competizione di così alto livello mai disputata dai cortinesi Giacomo Colli, Francesco De Zanna ed Alberto Zisa, assieme agli amici trentini Simone Piffer e Luca Casagrande. Il futuro della disciplina in Italia passa attraverso la crescita di questi giovani talenti. Anche perché, lontano ma non troppo, si intravede il traguardo delle Olimpiadi 2026. Tra l’altro, il curling avrà casa proprio allo stadio Olimpico di Cortina. E chi se non Diana Gaspari – una delle giocatrici più forti del panorama europeo – poteva essere scelta per guidarli attraverso un percorso di crescita così importante. L’abbiamo sentita, facendoci raccontare tante cose interessanti.
Siamo retrocessi in B, in Russia. Un commento?
«Tutto previsto, tutto nella norma. I nostri ragazzi avevano anche tre anni in meno rispetto ai propri avversari, dunque il fattore esperienza ha inciso. Niente di preoccupante dunque, tutti siamo passati attraverso un mondiale dove vinci poco però inizi a capire come si ragiona a determinati livelli».
Dicevamo delle Olimpiadi. Nel 2026 potrebbero essere loro i protagonisti in maglia azzurra...
«Ne ho parlato con tutti, infatti; l’età è quella giusta. Sanno di avere un’occasione incredibile a casa loro».
Lei segue il Curling Club 66 di cui fanno parte proprio Colli, De Zanna e Zisa e dunque si sta occupando ora anche della nazionale. Ma più in generale, come sta questo sport in Italia?
«Mi consola una cosa: devo spiegare sempre a meno persone cosa sia il curling. Scherzi a parte, giorno dopo giorno diventa disciplina conosciuta, il movimento giovanile cresce bene, i risultati arrivano. Insomma, siamo contenti».
A Cortina però aspettate una struttura apposita...
«Ora come ora ci stiamo arrangiando alla meglio in una parte dello stadio Olimpico, però se vogliamo arrivare preparati ai Giochi dobbiamo trovare uno spazio esclusivo e all’interno del quale lavorare come si deve».
Ai Giochi del 2018 la nazionale maschile è stata la prima selezione azzurra di curling in grado di qualificarsi per un’Olimpiade. Un passaggio decisivo...
«Concordo, tra l’altro pure noi ragazze ci siamo andate vicine perdendo solo nell’ultima partita. Ad ogni modo ora i maschi stanno facendo enormi passi in avanti, anche perché sono di fatto tutti professionisti».
Nella squadra femminile troviamo invece le nostre Stefania Constantini e Giulia Zardini Lacedelli.
«Sono state molto brave nel qualificarsi al mondiale del prossimo mese in Canada. L’età è dalla loro parte».
Lei ora gioca con il Dolomiti in A, e si dedica anche al ruolo di allenatrice. Come è stato il “passaggio”?
«Non facile, bisogna ammetterlo. Lo stesso credo valga per i ragazzi. Sono abbastanza severa, quindi le prime urlate forse li han spaventati. Ora però credo abbiano capito il mio ruolo e li vedo contenti e felici. Ci stiamo togliendo delle belle soddisfazione ed anche io sto imparando molto». —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi