«Il San Giorgio non è una sorpresa»

SAN POLO DI PIAVE. Giochiamo per il terzo posto. Che in questo campionato di Eccellenza non varrà nulla in termini pratici, ma almeno ti permetterebbe il prossimo anni di ripartire con qualche certezza in più.
Il San Giorgio Sedico non troverà un Lia Piave vittima sacrificale domenica pomeriggio. In quello che è una sorta di derby, vista la presenza nei trevigiani di mister Parteli, del vice Fin e dei giocatori De Carli, Tomasi e Mastellotto, la squadra di mister Ferro dovrà sudarsi i tre punti con cui possibilmente confermarsi in vetta al campionato di Eccellenza.
I trevigiani sono attualmente settimi, fuori anche dai playoff che sembra inevitabile non ci saranno. Però le ambizioni e motivazioni esistono, in primis dimenticare le ultime due sconfitte di fila con Cornuda e Saonara.
«In effetti ad inizio anno l'obiettivo minimo erano i playoff». Lo dice con estrema tranquillità proprio Nicola Tomasi, che prosegue. «Però questa è una di quelle stagioni che nascono storte. Fino a dicembre nessun problema, abbiamo perso solo l'ultima d'andata. Poi però ecco cinque sconfitte nel girone di ritorno, che hanno cambiato le prospettive».
San Giorgio Sedico e Liventina vi stanno togliendo la possibilità di giocarli, questi playoff. Ma cosa non ha funzionato?
«Ormai le due sono scappate, a noi non resta che cercare di arrivare terzi. Per il resto, c'è da dire che abbiamo più avuto più infortuni del normale. Anche io ho la pubalgia e non so se giocherò domenica. Ha inciso forse nel farci arrivare stanchi a gennaio».
Da fedelissimo di mister Parteli, hai temuto o temi che rischi il posto?
«No, società e squadra sono sempre compatte. Poi ovvio, la dirigenza ci ha fatto il cazziatone, ma la stagione non è ancora terminata e possiamo toglierci delle soddisfazioni».
I sedicensi lassù te li aspettavi?
«Chi dice che sono una sorpresa è perché non li conosceva. Li mettevo tra i favoriti assieme a Liventina, San Donà e noi. Per la lotta campionato è un bel duello, ma questi tre punti di vantaggio...».
Ti avevano contatto in estate o hai scelto subito il Lia Piave?
«Il mister lo conoscevo bene, già a fine maggio sapeva che sarebbe andato lì e non ci ho pensato tanto. Poi le due orette di strada tra andare e tornare le condivido con De Carli e Mastellotto».
Una partita tra amici inoltre quella di domenica.
«Di loro conosco quasi tutti. Radrezza, che era al Belluno quando giocavo con gli Juniores Nazionali, Malacarne, Polesana, il gruppo Union Feltre. Ma si sa, contro gli amici ci si mette ancora più impegno».
A proposito di Union, ti è dispiaciuta come è finita nell'estate 2015?
«Una ferita aperta, però mi ha dato la possibilità di vivere due belle esperienze con Borgosesia e appunto questa. Lì per lì ci ero rimasto male, perché persone che credevo serie e affidabili non si sono mostrate tali. Meglio averlo capito, via».
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