IL GIRO A BELLUNO - LE TAPPE STORICHE / 71964, il Giro scopre Croce d'Aune

Vito Taccone fora sette volte, in Birreria Pedavena trionfa Mugnaini. Ma quell’edizione fu dominata dal francese Jacques Anquetil, davanti all’eterno secondo Italo Zilioli
Una foto d’epoca dell’ istrionico Vito Taccone
Una foto d’epoca dell’ istrionico Vito Taccone
BELLUNO
. Jacques Anquetil domina la 47ª edizione del Giro d'Italia, conquistando la maglia rosa alla quinta tappa, nella cronometro individuale da Parma a Busseto, in omaggio a Giuseppe Verdi, per poi portarla fino a Milano. Precede sul podio l'eterno secondo, Italo Zilioli, uno che infilerà tre secondi posti di fila nella corsa rosa, tra il 1964 e il 66.  Il 23 maggio del 64 il Giro scopre la salita del passo Croce d'Aune, nella tappa che da Lavarone conduce a Pedavena, con arrivo proprio di fronte alla Birreria. Il passo dei Feltrini non è ancora conosciuto nel panorama ciclistico, com'è ai nostri giorni, grazie alla Gran Fondo Sportful e si presenta ai «girini» pressoché sterrato. Per un pomeriggio il Giro d'Italia sembra essere catapultato all'indietro nel tempo, all'epoca dei miti Coppi e Bartali.  Il gruppo, dopo aver scalato il Rolle, scende il Primiero e a ponte Oltra svolta a sinistra, verso Sorriva. La strada si fa sempre più erta, raggiungendo pendenze importanti da Salzen in su. Alle difficoltà della salita che nel 1927 portarono Tullio Campagnolo a inventarsi il primo cambio per la bicicletta, si aggiungono le forature, nemico che colpisce i ciclisti all'improvviso, lascia senza difese, ma soprattutto fa saltare i nervi. Vito Taccone pregusta una tappa tutta all'attacco, com'è nelle sue corde, l'arrivo di Pedavena è ghiotto per il «Camoscio d'Abruzzo», già vincitore della quarta tappa a Parma. L'abruzzese, però, non può nulla contro le sette forature che tra salita e discesa lo colpirono, impedendogli di giocarsi la vittoria. Sul traguardo, di fronte alla Birreria Pedavena, tra due ali di folla, spunta Marcello Mugnaini, che precede Italo Zilioli, manco a dirlo secondo, per 48". Al terzo posto si piazza Gianni Motta, con De Rosso quarto e Anquetil quinto a 1'06".  Taccone chiude sesto a 1'28", precedendo Poggiali, Balmamion, Adorni ed Enzo Moser. I testimoni dell'epoca raccontano che leggendaria fu l'arrabbiatura all'arrivo dello scalatore abruzzese. A fine corsa si contarono qualcosa come trecento forature negli ultimi venti chilometri di gara, un record sicuramente.  L'indomani il gruppo riparte da Feltre alla volta di Marina di Ravenna per una tappa lunghissima, di 260 chilometri, che finisce nelle mani di Pietro Zoppas, bravo a bruciare in volata il belga Hoevenaers, con Marcoli a vincere la volata del gruppo, giunto a soli 5" dal vincitore.  Certamente il Croce d'Aune fece la storia di quel Giro, se è vero com'è vero che la corsa rosa, nel suo versante da Sorriva verso Aune, non l'ha più affrontato.  
Errata corrige
. Sulla pagina uscita ieri c'era un errore sul titolo. La prima nelle Tre Cime di Lavaredo fu nel 1967 (nel testo era esatto) e non nel 1968. Ce ne scusiamo con i lettori.  
In rete
. Le tappe storiche del Giro sono anche sul sito www.corrierealpi.it.

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