Il campione di precisione? È un chirurgo Renato Salvador racconta le sue passioni

Renato Salvador non è solo uno dei più brillanti giocatori di bocce della provincia di Belluno. Né è soltanto uno dei dirigenti di riferimento del movimento (è consigliere regionale della Fib). È anche chirurgo dell’esofago all’ospedale di Padova, in quello che è diventato negli anni il centro di riferimento a livello nazionale per la cura di alcune malattie rare. Quest’anno, nelle vesti di capitano, Salvador guida il Dolada Seribell neopromosso nel campionato nazionale di serie A2.
«Con gli ultimi risultati favorevoli abbiamo riequilibrato un avvio di stagione un po’ difficile. Abbiamo perso due partite in casa all’ultima boccia: se fossero finite diversamente quelle gare ora altroché se saremmo tranquilli. Forse abbiamo pagato lo scotto di essere debuttanti in questa categoria. Ora comunque siamo riusciti a portarci fuori dalla zona playout e siamo momentaneamente salvi».
Quanto è difficile il salto dalla Promozione all’A2?
«Il salto è altissimo, principalmente per il fatto che al campionato di Promozione partecipano tante squadre e il livello è abbastanza omogeneo, anche perché vi giocano anche giocatori di livello più modesto. In A2, invece, si trovano tutte squadre corazzate, composte da gente che è stata campione nazionale o anche del mondo. Per questo motivo ci siamo voluti rinforzare notevolmente quest’estate ed abbiamo portato al Dolada quattro giocatori, probabilmente i migliori che c’erano in provincia».
Il Pedavena, neopromosso come voi, sta incontrando molte difficoltà…
«Purtroppo loro, a differenza nostra, non si sono rinforzati. Hanno deciso di fare la serie A2 con la stessa squadra dell’anno scorso e stanno incontrando molte difficoltà. A Pedavena c’è da anni uno zoccolo duro che in qualsiasi campionato di Promozione potrebbe disputare una stagione al vertice della classifica. In A2, però, purtroppo fanno fatica. La loro forza è il gruppo: ho giocato anche con loro, diversi anni fa, e sono davvero una bella squadra, uniti anche fuori dal campo».
Altra neopromossa, ma in serie A, è la Bocce club Belluno.
«Il Belluno all’inizio ha trovato un calendario favorevole affrontando squadre alla sua portata contro le quali ha ottenuto vittorie preziose. Poi, con le tre o quattro squadre costruite per arrivare tra le prime quattro, è normale fare fatica. Comunque, hanno ottenuto risultati molto importanti, come il pareggio alla prima di campionato con Gaglianico. È una squadra ben costruita e non avranno problemi a salvarsi».
Infine, in Promozione, il Cavarzano e il Mugnai hanno sin qui alternato risultati meno buoni a vittorie incoraggianti…
«Al Mugnai hanno cambiato tanto. Hanno perso Buosi, che è venuto da noi, e probabilmente ci hanno messo del tempo per riequilibrare la squadra che, quest’anno, è composta per metà dal vecchio gruppo e per l’altra metà da giocatori arrivati da San Micel. Abbiamo dato loro un nostro giocatore, Dal Farra. Adesso penso abbiano trovato la rotta giusta. Il Cavarzano è… il solito Cavarzano. Una squadra a mio modo di vedere imprevedibile composta dal solito bel gruppo».
Il movimento è stabile in termini di tesserati e di società attive?
«Come numero di tesserati siamo sostanzialmente stabili. Quello che mi preoccupa, in provincia di Belluno, è il numero degli impianti. È un problema che sta rischiando di rovinare il movimento, perché certamente non è in crescita il numero delle società, che non hanno impianti a disposizione. Fare il calendario dei campionati nazionali e non solo, con un unico impianto chiuso disponibile nel Bellunese, il palabocce di Cavarzano, è diventato un vero e proprio sudoku».
L’impianto di Nuova Erto è ancora inutilizzabile nella stagione invernale.
«Nuova Erto è la mia più grande sconfitta. Con tutto quello che abbiamo vinto in questi anni, i titoli italiani che abbiamo ottenuto, non siamo riusciti a portare l’attenzione su questo problema. Inoltre vogliamo avvicinare il mondo paraolimpico ai normodotati come è stato fatto con la manifestazione organizzata ad agosto proprio a Nuova Erto dall’Asd Dolada Seribell che ha avuto un grandissimo successo».
L’attività giovanile?
«Attività promozionale giovanile viene fatta a Pederobba, a Cavarzano e da noi con il campus estivo. Ma fai fatica a fare appassionare i giovani se non puoi portarli in inverno, durante il periodo scolastico, proprio perché non ci sono impianti adeguati. Sarebbe bellissimo poter portare i ragazzini al bocciodromo il sabato pomeriggio a vedere la partita. Allora sì che si appassionerebbero». —
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