Il Belluno di Marcon punta già alla C

Presentata la nuova struttura, che avrà una durata triennale. «Ho grande passione, mi piacerebbe vedere tantissima gente allo stadio»
BELLUNO.
La cravatta è... tratta. Quella che a inizio giornata era al collo degli ex dirigenti asolani Leonardo Marcon, Lucio Ganassin, Piero Rebellato, Federico Rosso e Sebastiano Rostirolla e, dopo l’incontro pubblico con il CdA del Belluno, è passata su quello di Klaus Schillkowski piuttosto che Sergio Barzon. Regimental gialloblù. Il matrimonio s’è fatto e durerà almeno tre anni. Poi si vedrà.


L’ultracentenaria società di piazzale della Resistenza ha firmato una polizza d’assicurazione e può immaginare un futuro tra i professionisti. L’Asolo farà una fusione con una società vicina, oppure cederà i diritti dell’Eccellenza a qualcuno interessato. I trevigiani non sono andati in D, tutto per la sconfitta di domenica sul prato del Cynthia Genzano: 5-0 sotto, dopo la vittoria per 2-1 dell’andata e una condanna amara. Ma alla fine Marcon e i suoi sarebbero andati via in ogni caso: le catapulte verso Belluno sono state parecchie e potenti. Chi gliel’ha fatto fare? «Adesso abbiamo una città alle spalle - osserva il numero uno di Fineco Leasing - con delle notevoli potenzialità. Ad Asolo, abbiamo lavorato per un decennio, partendo dalla Seconda categoria e arrivando a un passo dall’Interregionale, ma non ci sono state quelle risposte che ci attendevamo. Abbiamo ritenuto interessante il progetto che ci ha presentato il massimo dirigente Giorgio Balzan e lo condividiamo. Diciamo che il nostro sogno era quello di salire in serie D, adesso è quello di provare a raggiungere i professionisti, ma facendo tutti i passi che servono con la necessaria umiltà. Non sono arrivati a Belluno quelli che portano i soldi. Siamo animati innanzitutto da una grande passione: vorrei tanto rivedere qui i 5 mila tifosi di Genzano, questo mi piacerebbe. Noi facevamo al massimo tra le 100 e le 150 persone per le partite casalinghe, tranne con il Sandonà».


I primi passi.
Il giorno della vittoria asolana, nel primo spareggio con l’Entella Chiavari, Marcon se n’era uscito con un comunicato, in cui rivelava di essere in contatto con una società di grande tradizione e dal recente passato nei pro e annunciava l’addio patria: «Ci sono stati tre incontri con Balzan e Schillkowski e ci siamo trovati d’accordo su un progetto, che prevede anche la valorizzazione dei giovani. Nella nostra precedente società almeno il 25 per cento dei ragazzi era il frutto del settore giovanile. Ma laggiù il nostro ciclo è finito. Aggiungo che abbiamo anche degli interessi da queste parti: io ho iniziato a lavorare qui nel settore leasing e alcuni di noi gestiscono dei negozi. Ma come dicevo, davanti a tutto c’è la passione per il calcio».


Marcon presidente.
L’investitura ufficiale non c’è ancora stata, ma basterà aspettare l’assemblea straordinaria, da fissare prima della fine del mese. E’ l’azionista di maggioranza bellunese Klaus Schillkowski ad anticipare che «il nuovo massimo dirigente sarà sicuramente Leonardo Marcon. Noi pensiamo che questi nuovi ingressi possano stimolare altri imprenditori a darci un aiuto, anche se sono da fuori, come questi. E sa parte nostra dobbiamo ringraziare quelli che appartengono a questo territorio. Non dimentichiamo che l’interesse nei confronti del calcio è diminuito, rispetto a venti o anche solo dieci anni fa».


La nuova struttura.
Il 51 per cento delle quote sarà bellunese e il 49 asolano. Sette componenti del Cda da una parte, altrettanti dall’altra e, in caso di parità, l’ultima parola spetterà al presidente: «Il progetto rimane da scrivere, comunque - precisa il presidente uscente Giorgio Balzan - e lo faremo nel corso di questa settimana, prima di prendere tutte le decisioni necessarie. Possiamo anticipare che sarà fondato sulla valorizzazione dei giovani e sull’etica morale. Ne dovranno far parte una fondamentale dose di umiltà e di rispetto. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi