Gianfranco Talamini, un cortinese da 44 anni con la Nazionale

Sabato inizia il Mondiale a Bratislava e il dirigente sarà ancora il team manager «Puntiamo alla salvezza, la gara alla nostra portata è quella con l’Austria»
L'organizzatore Gianfranco Talamini fra i sindaci Giacobbi e Mair
L'organizzatore Gianfranco Talamini fra i sindaci Giacobbi e Mair



. Segue le nazionali da 44 anni. Dal 1994 è entrato nella senior, e ancora oggi riveste con passione il ruolo di team manager. Gianfranco Talamini nel tempo si è ritagliato un ruolo importantissimo nel mondo dell’hockey azzurro.

Ha visto passare centinaia e centinaia di giocatori, senza parlare di allenatori, staff tecnici e così via. Eppure, nonostante le 69 primavere, l’emozione della partita e della competizione resta sempre la medesima. E sabato l’Italia inizierà a Bratislava il suo cammino nel mondiale di Top Division.

Un’intrusa nel mondo dell’hockey d’Élite oppure una squadra che potrebbe consolidarsi a determinati livelli, forte del nuovo corso iniziato con coach Beddoes? Difficile dirlo, di sicuro in questo girone iridato l’obiettivo è ottenere la salvezza. Le prime due partite in terra slovacca sono da brividi: Svizzera, vicecampione dell’ultima edizione, e la Svezia campione nel 2017 e 2018. Seguiranno i confronti con Lettonia (mercoledì 14), Russia (mercoledì 15), Repubblica Ceca (venerdì 17), Norvegia (sabato 18) ed Austria (lunedì 20).

«Il nostro destino ultimamente è questo, ossia destreggiarsi tra I Divisione gruppo A e Top Division», spiega Talamini. «Puntiamo naturalmente ad ottenere la salvezza, anche se sulla carta solo l’Austria sembra un’avversaria con cui potercela giocare alla pari. Ci affronteremo all’ultima giornata e potrebbe essere un dentro o fuori. Ad ogni modo daremo filo da torcere pure alle big, provando a sopperire alle differenti qualità tecniche con fisicità, grinta e cuore. Insomma, siamo fiduciosi».

Questa Italia sembra proprio appassionare.

«Da alcuni anni lavoriamo con tanti nostri giovani, mentre una volta la maggior parte dei selezionati erano italo – canadesi. Abbiamo voglia di ben figurare, poi in un mondiale incidono molti fattori. La qualificazione ai quarti di finale è pensiero di altre nazionali, per noi restare in Top Division sarebbe un risultato enorme».

Venendo all’hockey a squadre, questa Alps League è un progetto che funziona?

«Sinceramente il livello non lo trovo altissimo, però dà la possibilità alle nostre squadre di confrontarsi con altre realtà».

Ci racconti di lei. Qual è il ruolo di un team manager e da quanti anni lo svolge?

«Occuparsi dei vari aspetti organizzativi, prima di tutto. Una volta sentiti gli allenatori, stilo i vari programmi di preparazione, cerco le sedi di allenamento, alberghi, pianifico gli spostamenti. Insomma, un bel lavoro. Comincio ad essere stanco, insomma ho 69 anni, però l’entusiasmo c’è ancora. Per il resto, da 44 anni faccio parte dei vari staff e con il mondiale di Bolzano sono entrato nella senior».

Da Bolzano a Bratislava dunque. Sognando la salvezza. —

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