De Pellegrin, debutto da navigatore in Slovenia

«Era dall’oro vinto alle Olimpiadi di Londra che non provavo un’adrenalina del genere»

BELLUNO. «Un’adrenalina così non la provavo dai tempi di Londra. Di sicuro quest’esperienza resterà indimenticabile nella mia memoria».

Oscar De Pellegrin, per un giorno, ha riposto arco e frecce, ossia gli attrezzi del mestiere con i quali si è regalato il traguardo della medaglia olimpica ai Giochi del 2012. Stavolta, spazio a casco, mappe, appunti e tanta, tanta velocità. Perché il campione bellunese ha debuttato come navigatore in un rally su circuito nella vicina Slovenia. A guidare la macchina Omar Burigo, anche se definirla semplicemente macchina è di certo riduttivo. I due infatti hanno corso a bordo della mitica Fiat Ritmo 75, che fu di Fabio Viel e del compianto Giorgio Moritsch.

«E “Titti” Viel, che era chiaramente presente in Slovenia, aveva gli occhi colmi di ricordi nel vedere la sua vettura sfrecciare lungo la pista. Ciò mi ha reso ancor più orgoglioso: poter esordire nel mondo dei rally proprio con la Ritmo 75 è stato eccezionale e inoltre, lasciatemelo dire, sono convinto Giorgio fosse lì con noi. Omar e Fabio insistevano da tempo con la proposta di svolgere il ruolo da navigatore ed ho accettato volentieri. Non finirò mai di ringraziarli».

Al di là degli aspetti emozionali e amarcord, vanno poi affrontati i discorsi tecnici.

«Innanzitutto siamo stati sfortunati, nel senso che la macchina si è spenta a metà dell’ultima delle sei prove previste. Comunque non si trattava del classico rally che magari siamo abituati a vedere da noi nel Bellunese. In Slovenia abbiamo corso su un circuito relativamente facile, e ciò ha facilitato l’approccio con il nuovo ruolo. Una volta iniziata la gara ho cercato di mettere in pratica tutti i consigli che Viel, Burigo e pure Moreno Da Rold, il navigatore ufficiale di Burigo, mi hanno dato nel corso dei mesi scorsi. Detto ciò, sono rimasto realmente impressionato da quanto conti il ruolo di navigatore. Da fuori pensi il risultato sia merito quasi esclusivo del pilota, mentre invece calandoti nella parte riesci a cogliere quanto importante sia la funzione svolta da chi gli sta accanto. Adesso capisco il perché molti navigatori rilasciano interviste parlando quasi come avessero guidato loro la vettura».

Oltre ad Oscar, parole d’entusiasmo arrivano pure da Fabio Viel.

«Abbiamo provato gioia e soddisfazione: d’altronde Oscar è una persona meravigliosa. Purtroppo ha dovuto esordire all’estero, perché in Italia non è consentito far gareggiare le persone che non riescano a salire e scendere dalle macchine in perfetta autonomia. Detto ciò, si sono comunque classificati secondi tra le auto storiche, e peccato solo quel problema che ha impedito loro di arrivare sino in fondo alle sei prove».

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