Chiarino Cimurri grande uomo di sport

CORTINA. Grande amico dello sport, dirigente sportivo innovatore, maestro di vita, Chiarino Cimurri è stato una figura molto importante per il mondo del tennis, e dello sport tutto. A lui è stato intitolato il premio consegnato ieri all'hotel De la Poste. La serata è stata anche l'occasione per avere un'anteprima del progetto di riqualificazione che interesserà il Country club. L'hanno progettato l'architetto Christian Siorpaes e l'ingegner Carlotta Milan, e prevede la copertura del campo centrale, che così potrà ospitare eventi internazionali, e la ristrutturazione dell'attuale edificio.
La serata era dedicata a Chiarino Cimurri, «un personaggio a tutto tondo, che ha sviluppato il suo modo di essere nel mondo dello sport, non solo in ambito tennistico», ha spiegato il direttore del Country, Andrea Mantegazza.
«Fra pochi giorni saranno dieci anni che Chiarino ci ha lasciati», ha detto il fratello Giorgio. «La cosa più bella che potessimo fare è ricordarlo a Cortina, durante un torneo di tennis». Quanto fosse amato, da tutto il mondo dello sport, è testimoniato dai numerosi messaggi giunti da dirigenti, atleti, campioni. Uno su tutti, quello del presidente del Coni, Giovanni Malagò, che ne ha parlato come di «un grande amico dello sport, dirigente sportivo innovatore, un maestro di vita».
Quindi sono stati consegnati i premi. Per la prima edizione del premio sono stati scelti Kristian Ghedina («Chiarino trasmetteva i veri valori dello sport», ha detto), il presidente della Sportivi ghiaccio Cortina Sandro Moser e due tennisti che hanno dato tanto all'Italia: Potito Starace e Filippo Volandri. Entrambi hanno conosciuto Cimurri da giovani, perché era il responsabile del settore tecnico giovanile: «Era una persona solare, ti metteva sempre di buon umore. A me e agli altri ragazzi ha aiutato molto», ha detto Starace. «È stato come un padre”. Lo ha confermato Volandri, che è stato presente anche all'inaugurazione del campo da tennis intitolato a Chiarino Cimurri a Reggio Emilia. «Trasmetteva positività, gioia. Se oggi siamo qui, io e Potito, è anche un po' merito suo».(a.f.)
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