Calcio. Promosso a Coverciano: Gazzi è tra i big del calcio. «Per ora non cambio, resto il vice di Zaffaroni»

Il tecnico di Santa Giustina ha conseguito il patentino Uefa Pro. «Me lo ha consigliato Ventura, per me una grossa opportunità. Con me c’era anche Fabregas, porta con sè esperienze di altissimo livello»

I promossi del corso. Alessandro Gazzi è il secondo da sinistra in terza fila
I promossi del corso. Alessandro Gazzi è il secondo da sinistra in terza fila

Allenatore Uefa Pro. Alessandro Gazzi è tra i tecnici entrati in possesso della massima qualifica, la quale consentirà loro di poter guidare qualsiasi squadra, anche ai più alti livelli europei.

L’allenatore santagiustinese compie così un ulteriore passo per quanto riguarda la carriera intrapresa una volta appese le scarpe al chiodo. Dopo il ruolo di collaboratore tecnico nell’Alessandria sua ultima squadra da calciatore, il classe 1983 era entrato nello staff dell’under 17 del Torino, sino a diventare il vice di Marco Zaffaroni in serie B, prima alla Feralpisalò (da ottobre 2023 sino a fine campionato) e poi per un mese al Südtirol.

Alessandro Gazzi quando giocava con il Torino
Alessandro Gazzi quando giocava con il Torino

Tra i nomi degli altri tecnici abilitati, spicca quello dell’attuale mister del Como Cesc Fabregas, senza dimenticare Fabio Pisacane ora allenatore del Cagliari, Marco Landucci storico vice di Massimiliano Allegri, Marek Hamsik, Salvatore Bocchetti e Simone Padoin.

Alessandro, uno step significativo…

«Un’opportunità colta quasi all’ultimo, poco più di un mese fa. Mi ero trovato a bere un caffè qui a Torino con mister Gianpiero Ventura. In quella circostanza era stato lui a consigliarmi di frequentare il corso e quando sono andato a leggermi il bando, scadeva praticamente l’indomani. Ho inviato la richiesta di partecipazione e ho potuto prenderne parte».

Come è strutturato?

«Ogni mese frequenti due giorni di lezione a Coverciano, mentre a giugno per tre settimane consecutive sei impegnato quattro giorni. In queste occasioni le lezioni vertono su diversi argomenti: non solo tecnica e tattica, ma anche psicologia, preparazione atletica, comunicazione e più in generale ogni ambito legato al ruolo di allenatore. Gli esami finali consistono infine in una prova orale sui temi trattati e l’esposizione di un elaborato che nel mio caso era legato al ruolo del vice».

Niente male il parterre dei compagni di corso.

«In effetti ho avuto modo di conoscerli e confrontarmi con tanti di loro, perché non mancano le occasioni di scambiare opinioni, visioni, esperienze».

L'esame di Cesc Fabregas
L'esame di Cesc Fabregas

Ci racconti di Fabregas?

«Porta con sé le esperienze di altissimo livello vissute da calciatore. Non dimentichiamo che è un campione del mondo… Proprio la sua formazione spagnola fa sì che sia un tecnico con idee ben precise legate al gioco. Un modo di intendere il calcio che si nota nel Como».

Sei reduce dalle esperienze con la Feralpisalò e al Südtirol accanto a Zaffaroni.

«Personalmente, nonostante il risultato sportivo, ho ottimi ricordi di quanto vissuto a Salò. Venivo da un anno al Torino e ho appreso tanto in quei mesi, mettendomi in gioco e quasi raggiungendo la salvezza. In Alto Adige non è andata come auspicavamo e dopo un mese è avvenuto l’esonero, ma fa parte del ruolo di allenatore. Bisogna accettarlo, andare avanti, continuare a lavorare e studiare».

Pronto per metterti in gioco da solo?

«Al momento collaboro ancora con Zaffaroni. Il momento del salto lo percepisci e se da un lato sento si sta alimentando questo desiderio, dall’altro non ritengo sia ancora giunta l’ora di quel passaggio».

Prima dell’intervista ci raccontavi che hai visionato anche la Dolomiti.

«Ho guardato le prime due partite e ovviamente guardo con interesse i loro risultati. Serve del tempo, ma è una squadra che sta bene in campo. Il girone è equilibrato e le vittorie non tarderanno ad arrivare. Mi piacerebbe vederla dal vivo a Vercelli, il 5 ottobre».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi