Bertocco, il male lo uccide in 15 giorni

MESTRINO. Quindici giorni. Quindici giorni il tempo trascorso da quando Francesco Bertocco, capitano della squadra di calcio del Mestrino, ha scoperto di essere malato a quando la malattia se l’è portato via. Lasciando sola una giovanissima moglie e una figlioletta che oggi compie il suo primo mese di vita. Ci sono sconcerto, dolore e rabbia per la morte di Francesco, che a soli 33 anni è morto ieri notte, intorno alle 4 e un quarto. Dopo cinque cicli di chemio e due operazioni disperate: il tumore aveva però compromesso già gli organi interni in maniera inesorabile. «Non è umano morire così, in appena due settimane», commenta tra le lacrime Carla Caporello, la giovanissima moglie di Francesco, che di anni ne ha appena 31. Il 9 luglio avrebbero festeggiato i due anni di matrimonio e proprio oggi la piccola Giulia compie il suo primo mese di vita. «Eravamo così felici», dice, «e sono sicura, per come conosco Francesco, che sarà arrabbiatissimo, perché lui dalla vita chiedeva solo le cose che sembrano le più semplici e banali: la casa, che abbiano preso lavorando tanto e facendo un sacco di sacrifici, e la famiglia, con me e la piccola Giulia. Guardando la nostra bambina mi assale la rabbia, perché io ce la farò, ne sono certa, per mia figlia e per il grande supporto di decine di persone che mi stanno accanto. Ma Francesco invece non sarà qui con noi a viversela la vita». Francesco Bertocco lavorava all’agenzia Alfabeto viaggi di Padova e aveva scelto di vivere con Carla a Rubano, per stare vicino ai suoi genitori che abitano a Mestrino. Dove appunto da un anno giocava a calcio: sebbene fosse da così poco tempo in squadra, ai dirigenti e ai compagni era bastato per conoscere e appezzare le sue grandi doti di umanità, la sua sportività. «Francesco stava benissimo», dichiara la moglie, «e domenica 19 maggio aveva giocato anche i supplementari. Poi era insorta una febbre continua e dei dolori allo stomaco, che non lo convincevano. Aveva chiesto lui al medico di poter eseguire degli esami, che hanno dato come esito dei valori tutti sballati. Si è sottoposto pertanto a una Tac e da lì abbiamo scoperto che era malato». I medici però erano ottimisti e hanno ricoverato Francesco per sottoporlo alla chemioterapia. Ma la situazione è degenerata rapidamente fino a mercoledì 5, quando due operazioni mettono in risalto un fegato ormai compromesso e così anche altri organi interni. Il tempo di salutarlo e poi alle 4 e un quarto il suo cuore ha cessato di battere. Per sempre.
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