Tutti gli uomini di fiducia del governatore Zaia tra pensioni e fine contratti
Non solo presidente e assessori, cambierà l’intera squadra amministrativa. Verso la quiescenza i segretari Gasparin, Valente e il direttore Annicchiarico

Il segretario di Giunta? In pensione dal primo settembre. Il segretario della programmazione? Prossimo pure lui. Il segretario del Consiglio? Vicino al traguardo: già il primo dicembre, se vorrà. E poi un capo area e pure il direttore della sanità regionale, accompagnato da tre colleghi delle aziende sanitarie e ospedaliere.
Tutti gli uomini del (sarà) ex presidente Zaia: uomini da dietro le quinte, che in questi anni hanno affiancato la squadra degli assessori, nella quotidianità del loro lavoro. Un lavoro prezioso, fatto di anni di esperienza, e del quale il prossimo presidente del Veneto non potrà più avvalersi.
Sarà un autentico terremoto, quello nei palazzi della politica veneta: Ferro-Fini e Balbi. Che resteranno orfani non soltanto del governatore e della sua squadra di assessori – salvo sorprese, ormai veramente difficili da pronosticare, a tutti è stata negata la possibilità di una nuova corsa – ma di una buona parte dei dirigenti di vertice di giunta e consiglio regionali.
La squadra del presidente Zaia
A partire dai più stretti collaboratori del presidente Zaia. Stefania Zattarin è stata nominata segretaria di giunta ad interim. Una nomina freschissima, risalente al primo settembre scorso, per sostituire (provvisoriamente) Lorenzo Traina: andato in pensione, appunto.
E dovrebbe essere prossimo alla pensione – ma potrebbe riuscire a rimanere un altro anno – anche il segretario generale della programmazione Maurizio Gasparin, tra i fedelissimi di Luca Zaia.
Mentre è più giovane Federico Meneghesso, capo di gabinetto. In ogni caso, quiescenza o no, i contratti di tutti e tre termineranno sei mesi dopo l’insediamento della nuova giunta. E valgono gli stessi tempi per Giacomo Quarneti, al vertice dell’Avvocatura della Regione.
I capi area
Poi ci sono i capi area, a loro volta in scadenza il 31 dicembre, e quindi a nuova amministrazione appena insediata. Si tratta di Gianluigi Masullo (Risorse finanziarie, strumentali, Ict ed enti locali), Luca Marchesi (Tutela e sicurezza del territorio) e Santo Romano (Politiche economiche, capitale umano e programmazione comunitaria). Storia diversa per Marco D’Elia, subentrato (ad interim) a Giuseppe Fasiol, in quiescenza da febbraio. Mentre non aspetterà la data di scadenza del contratto, ma andrà in pensione già il primo novembre, Andrea Comacchio, a capo dell’area Marketing territoriale, cultura, turismo e agricoltura.
Il segretario del consiglio veneto
Merita un capitolo a parte la vicenda relativa a Roberto Valente, segretario e autentico pilastro del Consiglio regionale, che raggiungerà i requisiti per la pensione di anzianità già il prossimo primo dicembre. Vista l’ipotesi di un voto nella primavera del 2026, il Consiglio regionale era riuscito a “garantirgli” un altro anno di lavoro, pro bono. È un’ipotesi; in alternativa, potrebbe decidere di andare in pensione di vecchiaia a settembre 2026, rimanendo magari altri dodici mesi, ma sempre senza percepire lo stipendio.
La sanità
Infine, lo spinoso capitolo dei direttori generali della sanità, a partire da Massimo Annicchiarico. Numero uno della sanità veneta, sarebbe potuto andare in pensione già il primo settembre, ma ha ottenuto una proroga di tre mesi.
Ma, in generale, il prossimo presidente di Regione sarà chiamato a un totale rinnovo dei vertici di Usl e aziende ospedaliere, tutti in scadenza a febbraio.
È già andata in pensione Giusi Bonavina, sostituita dal commissario Francesco Benazzi (Usl 2 di Marca), a sua volta già in quiescenza, ma che completerà l’incarico. E la stessa situazione riguarda Edgardo Contato (Usl 3 Serenissima) e Giuseppe Dal Ben, che però dovrebbe rimanere alla guida dell’Usl 1 – ma non dell’Azienda Ospedaliera di Padova – ancora qualche mese, per coprire il periodo delle Olimpiadi invernali a Cortina.
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