Tragedia del bus a Mestre: Deborah Onisto esprime solidarietà ai dipendenti comunali indagati
La consigliera comunale Deborah Onisto interviene dopo la chiusura delle indagini sulla tragedia del bus a Mestre: «Serve una catena di solidarietà umana nei confronti di questi professionisti».

«Spero che queste mie parole producano una catena di solidarietà umana nei confronti di questi professionisti».
La consigliera comunale, e presidente della commissione Lavori pubblici, Deborah Onisto, esponente di Forza Italia, si tira fuori dal silenzio post chiusura delle indagini sulla tragedia del bus de La Linea precipitato dal cavalcavia di Mestre il 3 ottobre 2023. Gli indagati sono sette. Tutti dipendenti comunali, in servizio e pensionati.
Si tratta di Simone Agrondi, attuale direttore dei Lavori pubblici, e i funzionari del settore Viabilità e Mobilità, Roberto Di Bussolo e Alberto Cesaro (che hanno dato il via al cantiere per la sostituzione del guardrail e la sua messa a norma, proprio pochi giorni prima della tragedia) assieme al padovano Guido Stagno Andriolo e i veneziani Diego Costantini, Franco Fiorin e Fabio Pascon.
«La indagine della magistratura farà il suo corso. Io però voglio evidenziare la mia solidarietà umana a questi professionisti e la vicinanza per quello che stanno passando. Le accuse nei loro riguardi rischiano, per i più giovani, di rappresentare una brutta ricaduta sulla loro attività professionale. C’è poi l’aspetto che riguarda le loro vite private, sconvolte da questa tragedia, e quindi la mia vicinanza e solidarietà voglio si manifesti anche nei confronti delle loro famiglie, perché comprendo la difficile situazione che tutti stanno vivendo», spiega Deborah Onisto che lancia, di conseguenza, un invito alla politica veneziana a dare vicinanza e solidarietà a questi dipendenti del Comune.
«Sono indagati ma stiamo parlando di professionisti, giovani, e di colleghi che tra l’altro ricordo sono in pensione da anni. Dipendenti dalla condotta sempre rispettosa delle norme e del loro ruolo nella amministrazione pubblica», precisa la consigliera comunale di Fi.
Franco Fiorin, Fabio Pascon e Guido Stagno Andriolo sono da tempo in quiescenza e sono stati anche loro chiamati in causa dalla indagine sull’incidente che ha causato 22 morti e il ferimento di altre 14 persone. I pm Cameli e Gava li accusano tutti di «colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia» per non essere intervenuti sul varco aperto nel guardail, presente dagli anni ’60. Le difese promettono battaglia ribadendo la loro totale estraneità agli addebiti. Nei mesi scorsi anche il consigliere municipale Michele Boato aveva difeso i dipendenti . —
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