Andrea Rinaldo premiato “Veneziano dell’anno 2025”: scelto per il suo lavoro su clima e Venezia

Il padovano Andrea Rinaldo, ingegnere idraulico e presidente dell’Istituto veneto di Scienze, Lettere e Arti, è stato nominato “Veneziano dell’anno 2025” per il suo impegno nella tutela di Venezia e nella lotta ai cambiamenti climatici

Alberto Vitucci
Andrea Rinaldo
Andrea Rinaldo

 

«Venezia non ha più tempo da perdere. Il cambiamento climatico è già qui. E tra cent’anni avremo un metro di mare in più. Significa che non avremo più una laguna, né una città. Occorre agire e progettare subito nuove misure di adattamento. Perché anche il Mose che oggi funziona dopo sessant’anni di progetti e lavori allora non basterà».

E’ questo il pensiero di Andrea Rinaldo, “Nobel dell’acqua”, ingegnere idraulico e presidente dell’Istituto veneto di Scienze, Lettere e Arti.

«E’ l’ora», dice, «di avviare una nuova salvaguardia». Rinaldo è stato indicato adesso dal comitato promotore della Settemari come “Veneziano dell’anno 2025”. Un riconoscimento prestigioso, istituito nel 1978, che gli sarà consegnato domenica 11 gennaio nelle Sale Apollinee del teatro La Fenice.

La motivazione

La motivazione, resa pubblica ieri dal portavoce del Premio Giovanni Caniato, parla di “competenze universalmente riconosciute nelle discipline idrauliche, suggellate da premi prestigiosi come lo Stockholm Water Prize, meglio noto come il Nobel dell’acqua e importanti incarichi culminati nell’attuale presidenza dell’Istituto veneto di Scienze, Lettere e Arti.

Perseguendo con autorevole determinazione la salvaguardia di Venezia, proposta quale sede ideale della ricerca scientifica sugli ambienti costieri, sul controllo delle pandemie, e sui cambiamenti climatici, sollecitando al contempo l’attenzione generale verso le emergenze più recenti che erodono l a consistenza e minano la coesione della nostra comunità di residenti”.

Il personaggio

Rinaldo, 71 anni, ex campione italiano di rugby con il Petrarca Padova, è da tempo uno degli ingegneri più noti nel panorama della salvaguardia, chiamato ora dal presidente Rossetto a presiedere il Comitato scientifico dell’Autorità per la laguna. Figlio di Aldo e fratello di Daniele, recentemente scomparso, anche loro ingegneri di fama, si è dedicato a studi e ricerche sull’ambiente lagunare.

Il premio “Veneziano dell’anno” venne istituito dai soci fondatori della Settemari, una delle prime società remiere veneziane, nel 1978. Negli anni più recenti è stato attribuito ai ciclisti Alberto Fiorin e Dino Facchinetti (2024) che hanno pedalato per mille chilometri in bici nel 700esimo anniversario della morte di Marco Polo, ripercorrendo la Via della Seta fino in Cina. L’anno precedente (2023) era toccato al remer Saverio Pastor, artigiano-artista che crea remi e forcole d’autore, primo presidente e fondatore dell’associazione “El Felze” che tutela artigiani del legno legati alle produzioni della gondola.

I primi a vincere il premio, nel 1978, furono i fratelli Giorgio e Maurizio Crovato, autori del libro sulle isole abbandonate della laguna. Ma anche tra i tanti Frances Clarke del comitato Venice in Peril, i campioni del remo Sergio Tagliapietra Ciaci e Palmiro Fongher, Giancarlo Ligabue, Alvise Zorzi, Sandro Meccoli, Ernesto Canal , Bebe Vio, Paolo Baratta e Damiano Michieletto. Tra gli enti la Comunità mechitarista armena, l’associaziome Amici della Fenice, il teatro All’Avogaria. Una tradizione che resiste, portata avanti da Caniato e dai soci fondatori della Settemari. —

 

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