Governatore del Veneto, la Lega prepara il contropiede
Il Carroccio vuole indicare un nome. Tajani: «Non accetteremo diktat». Tosi: «Per il candidato c’è ancora tanto tempo. Una lista civica Zaia? Oer noi improponibile»

Li hanno fatti arrabbiare. E, questa volta, non ci riferiamo “semplicemente” ai leghisti trevigiani, che minacciano documenti e raccolte firme, per chiedere la corsa in solitaria. Ma anche a chi sta più in alto.
Quelli che, nelle pagine dei giornali, vengono definiti “colonnelli” del partito, e che non avrebbero visto di buongrado l’ennesimo tentativo dilatorio dei Fratelli d’Italia: «Il candidato? Le trattative? Ma se non c’è nemmeno la data delle elezioni... Decideremo tutto a settembre» hanno detto il coordinatore veneto Luca De Carlo e il vicecapogruppo a Palazzo Madama Raffaele Speranzon.
E pure di Forza Italia: «Il candidato? C’è tempo, non c’è alcuna fretta. Se lo individueremo a settembre, comunque avremo due mesi e mezzo, prima del voto» spiega il coordinatore veneto Flavio Tosi.
E quindi settembre. Troppo tardi per organizzare una campagna elettorale come si deve, soprattutto per un Carroccio orfano del suo recordman, Luca Zaia. E troppo tardi, per i leghisti, anche per tentare l’azzardo della corsa in solitaria, nel caso in cui Meloni dovesse assestare il colpo letale: un candidato di Fratelli d’Italia.
E allora, complice anche l’ennesima dichiarazione di Antonio Tajani – «Al tavolo del centrodestra proporremo il nome di Flavio Tosi, perché sa amministrare e ha le carte in regola per farlo.
Non vogliamo imporre a nessuno il nostro candidato, ma non vogliamo neanche che ci vengano imposti – nei discorsi della “Lega che conta”, inizia a farsi largo una suggestione: non più spaccare la coalizione, bensì anticiparla. Proporre un proprio nome, prima al direttivo regionale – entro fine luglio – e poi ufficializzarlo all’esterno.
Aspettare, allora, il resto del centrodestra. Ma, nel caso in cui questo dovesse decidere di andare in un’altra direzione, ecco: sì, a quel punto, spaccare.
«In Veneto la Lega è sinonimo di buona amministrazione e buon governo, quindi è fisiologico continuare con un candidato leghista» ha ribadito ieri il vicecapogruppo del partito alla Camera, Igor Iezzi.
Certo, questo scenario è un’ipotesi lontana. Ma è parte di una dialettica esasperata tra i partiti, una dialettica che poi è a sua volta politica.
Come lo è stata l’improvvisa fuga in avanti di Luca Zaia, nella proposta di una sua lista civica, assolutamente osteggiata da Fratelli d’Italia e Forza Italia. «Non si è mai vista la lista di un esponente diverso dal candidato alla presidenza» ha detto Raffaele Speranzon.
E lo stesso ha ripetuto, poi, il coordinatore degli Azzurri, Flavio Tosi: «Se la Lega vuole inserire il nome di Zaia nel suo simbolo, è libera di farlo. Ma proporre una civica con il nome di una persona diversa dal candidato alla presidenza sarebbe del tutto anomalo, e per noi improponibile e inspiegabile».
L’ipotesi di una lista Zaia, c’è da dire, trova dei rivali anche all’interno della stessa Lega, soprattutto nella sua ala salviniana. Ma l’attenzione, ora, è tutta spostata sul candidato. In questa partita a scacchi, fatta di strategie ed estenuanti attese.
La novità di questa settimana consiste allora nell’importanza assegnata dai Fratelli alla convocazione delle elezioni e, di conseguenza, alla data del voto.
Luca Zaia, interrogato a questo proposito, fa spallucce e fa presente che «le elezioni potranno essere convocate fino a 50 giorni prima del 23 novembre, ultima data possibile per il voto». Come dire: non è certo da questo che dipendono le trattative.
E intanto lunedì scorso a tutti i dipendenti della Giunta regionale è stata inviata una comunicazione relativa alla par condicio elettorale. Con una precisazione: «allo stato attuale non è possibile individuare con esattezza il dies a quo», vale a dire il giorno a partire dal quale saranno in vigore le regole. Perché, appunto, ancora non si sa quando si andrà a votare.
In questo gioco della politica, fatto di attese, tutti aspettano la mossa dell’altro. Chi arriverà prima?
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