Annega a 17 anni impigliata nell’elica del catamarano: tragedia a Sant’Elena
La vittima è una ragazza di Campalto. Un sub dei vigili del fuoco taglia la cima, inutili i tentativi di rianimazione. Sull’imbarcazione un gruppo di amici appena rientrati da un giro in laguna. Hanno cercato dituffarsi, inutilmente

Una manovra errata, la caduta in acqua, una cima impigliata nell’elica che non le ha lasciato scampo. È morta scivolando da un catamarano ormeggiato nel Marina Sant’Elena, inghiottita in pochi istanti dallo specchio lagunare, una giovane di 17 anni appena, residente a Campalto. Si chiamava Anna Chiti. È stata riportata in superficie priva di vita da un sommozzatore.
Un drammatico incidente nautico mortale ha nuovamente scosso il cuore del centro storico veneziano.
Il dramma si è verificato alle 18.40 a bordo di un catamarano Calita della Nova Yacht, una barca nuovissima (del 2025), con un motore da 80 cavalli dove la ragazzina lavorava. Cosa sia accaduto, però, saranno le indagini degli uomini della Capitaneria di Porto accorsi poco dopo l’incidente a stabilirlo.
La giovane, che lavorava sull’imbarcazione, da una prima ricostruzione si trovava a bordo del catamarano, assieme all’equipaggio.

Durante la manovra di ormeggio dell’imbarcazione, appena rientrata dopo una gita nelle isole, è accidentalmente caduta in acqua mentre reggeva la cima, che potrebbe essersi attorcigliata attorno all'elica del motore, facendole perdere l’equilibrio e trascinandola con sè.
I ragazzi che si trovavano a bordo hanno provato a tuffarsi, ma il catamarano è largo, troppo complicato afferrare il suo corpo, e non ci sono riusciti. Un dramma nel dramma.
Immediato l'intervento dei soccorsi: sul posto sono arrivati i Vigili del fuoco del reparto volo dell'Aeroporto di Tessera e il personale del Suem 118, i soccorsi i vigili del fuoco lagunari assieme ai sommozzatori di Vicenza, i natanti della polizia locale e quelli dei carabinieri in supporto ai mezzi della Capitaneria.

I sommozzatori sono riusciti a portare la donna in superficie, ma oramai per lei non c’era nulla da fare, e neppure i tentativi di rianimazione sono valsi a nulla, il suo corpo era oramai provo di vita. Disperate e sotto shock, le persone che si trovavano a bordo del catamarano, così come il personale del Marina Sant’Elena.
La barca ospitava un gruppo di persone provenienti da varie città italiane, riunitesi per una festa a bordo.
I testimoni hanno riferito di aver tentato inutilmente di soccorrere la ragazza nei primi drammatici momenti dopo la caduta, senza però riuscirvi.

La Capitaneria di porto non si sbilancia su quanto possa essere accaduto, dovrà prima essere ricostruita la dinamica, saranno ascoltati i testimoni e sul corpo sarà con tutta probabilità disposta l’autopsia per capire se la morta sia avvenuta a causa del colpo subito cadendo in acqua, o per il contatto con le eliche.
Andrà verificato ogni particolare che possa essere utile a capire se si sia trattato di una distrazione, di un incidente, se ci sia stata leggerezza da parte di qualcuno nelle manovre e se le persone che erano con lei erano titolate.
Nulla verrà lasciato al caso. Il magistrato di turno è stato informato e nelle prossime ore sarà aperto un fascicolo.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi