Piante secolari di Barbera dei “Sei Castelli” risorgono e diventano arte
Il progetto “Il risveglio del ceppo”, sogno di 260 piccoli produttori astigiani, recupera antiche viti madri regalando un vino DOCG di forte tipicità e sculture uniche

Che belle storie raccontano le vecchie viti! Chi le ha spiantate, e questo purtroppo è successo in tante parti d’Italia, cancellando autentici patrimoni viticoli, ha finito per pentirsene perché privarsi degli archetipi di una cultura antica e popolare come quella del vino è comunque un’incolmabile perdita di memoria. Meglio tenerseli stretti questi antichi monumenti verdi e semmai riprodurli, visto che si può, e poi valorizzarne la presenza, in più modi.
Anche nel fargli produrre ancora delle buone uve che poi facilmente diventano anche un buon vino. O dei buoni vini. Una bella storia ci arriva dal Piemonte. Una storia che parte dal basso, parte da una comunità di piccoli produttori di Barbera, capaci di guardare lontano. Capaci non solo di proporre un nuovo grande vino d’autore grazie alla genetica di viti madri selezionate, ma anche di esprimere un messaggio d’arte originale e autentico.
Le radici antiche trasformate in sculture

Le radici secolari di un Barbera d'Asti che, forgiate dalla natura, diventano sculture; la storia stessa di queste viti in parte recuperate che ispira un compositore di talento e diventa musica; il loro vino che diventa archetipo nel calice, testimoniando resilienza e profondità... Una bella poesia quella del progetto "Il Risveglio del Ceppo", carica di suggestioni e di echi che soltanto il vino riesce a trasmettere. Evocando valori antichi, territori, uomini...
È stato presentato nei giorni scorsi a Castelnuovo Calcea, piccolo comune dell’Astigiano “Il Risveglio del Ceppo”, il progetto culturale e produttivo capace di coniugare vino, arte e territorio. Progetto dai connotati decisamente originali promosso dalla Cantina sociale "Barbera dei Sei Castelli" di Castelnuovo Calcea, nel territorio collinare del Monferrato. Due giornate intense, quelle della presentazione, cariche di emozione e di significati, ma anche di identità.
Un’esperienza immersiva forte, che ha avuto come scenario i giorni del Solstizio. Un evento e un’operazione culturale costati mesi di lavoro, intrisi di passione e di slancio. Con al centro la collezione d’arte “Gli spiriti delle vigne” realizzata da Enzo Ferraris, produttore per passione e artista per innamoramento di queste antiche viti. Che con piglio visionario ha saputo trasformare in arte.
Il “risveglio del ceppo” sarà un vino d’anima

Protagonista è stata la nuova linea di vini "Il Risveglio del Ceppo – Barbera d’Asti DOCG", presentata “en premier” con l’annata 2023. Un progetto che va oltre il prodotto e s'era colto fin da subito: ogni bottiglia di questo vino frutto di piante secolari di Barbera d'Asti è un frammento di storia, un ceppo che torna a parlare, simbolo di rinascita e continuità. Il vino "Il Risveglio del Ceppo" si ricava da uve prodotte nei vigneti realizzati utilizzando
il patrimonio genetico di storiche vigne risalenti agli inizi del '900, alcune prefillossera, coltivate secondo i principi della viticoltura rigenerativa. Un'agricoltura etica in cui il gesto agricolo si intreccia con quello artistico, in un avvincente linguaggio contemporaneo che valorizza la memoria agricola e il paesaggio vitivinicolo di queste dolci colline del Monferrato.
Durante le due giornate, proposte dal presidente della Cantina "Barbera dei Sei Castelli", Maurizio Bologna (impegnato anche in tante attività dal profilo etico e sociale nel territorio, specie nel mondo della disabilità), dal direttore Enzo Gerbi (che è anche enologo e docente) e dal responsabile del Centro Enoturistico Alberto Gai, i partecipanti all'evento hanno partecipato a degustazioni guidate in un bellissimo contesto narrativo - immersivo, culminato in una passeggiata tra i filari della "vigna madre", risalente ai primi anni del secolo scorso, dove ancor oggi i ceppi originari, opportunamente preservati, sono produttivi.
Anzi, sono stati trasformati nel cuore pulsante del progetto. In questo luogo magico è stato possibile toccare con mano il profondo legame che ancora esiste tra la cura della terra e il gesto artistico. “La prima idea del progetto – rivela Enzo Gerbi - è di 15 anni fa, quando ci rendemmo conto di essere di fronte a una rara eredità di enorme valore biologico. Creammo così una sorta di Arca per salvare le viti madri di Barbera più resistenti, ricavando da esse dei vigneti di viti figlie. Dalle uve di quelle viti abbiamo ottenuto un vino chiamato significativamente Il Risveglio del Ceppo”, una Barbera d’Asti unica, genuina e forte, radicata nel territorio e quindi ricca di tipicità”.
Nel calice e in musica per regalare unicità

Una prova concreta delle declinazioni del progetto? La si trova al nuovo Centro Enoturistico della Cantina, a Castelnuovo Calcea, all’interno del museo permanente "L’Anima del Vino" (nella foto), dove lungo un percorso dal piacevole design contemporaneo le opere dell’artista Ezio Ferraris “Gli spiriti delle Vigne” – sculture ottenute da vecchi ceppi di Barbera, rimasti nelle loro forme, così come la natura li ha creati – restituiscono voce e forma alla memoria viticola. In questo spazio evocativo gli ospiti hanno potuto assistere in anteprima assoluta alla presentazione dell’annata 2023 della Barbera d’Asti “Il Risveglio del Ceppo”: un evento nell’evento, simbolo di un dialogo profondo tra passato e presente.
L’intero evento è stato scandito dalle musiche originali del Maestro Christian Ravaglioli, giovane talento ravennate. Musiche che hanno accompagnato i momenti salienti, trasformando la presentazione in un rito collettivo e in un intenso percorso emozionale dove l’identità della terra si è fatta suono, gesto e racconto.
Resterà unica l'esibizione del maestro Ravaglioli al pianoforte nel cuore del paesaggio monferrino, sulla sommità di una collina fra i vigneti di Ferraris, suggestivamente illuminata da lumini e lanterne davanti a un maestoso panorama trapuntato di campanili e di borghi. Pura emozione il brano musicale dedicato al "Risveglio del Ceppo". Da segnalare la direzione artistica dell'evento affidata alla sensibilità di Monica Meneghelli, consulente strategica del progetto..
Sei piccoli comuni del Monferrato, una cantina
Fondata nel 1960 per effetto della volontà cooperativa di viticoltori originari di sei comuni delle colline astigiane – Agliano Terme, Castelnuovo Calcea, Moasca, San Marzano Oliveto, Calosso, Costigliole d’Asti – la Cantina sociale Barbera dei Sei Castelli prende il nome dai castelli medievali che ancora oggi vegliano su questi borghi vitivinicoli. Con oltre 260 soci viticoltori, 800 ettari coltivati e oltre 7 milioni di fatturato, la Cantina è oggi un simbolo di cooperazione agricola e innovazione culturale, promotrice di un’agricoltura
sostenibile e di un vino che diventa narrazione del territorio. Il Risveglio del Ceppo rappresenta l’ultima, potente espressione di questa visione: una linea di prodotto, certo, ma anche un’opera collettiva che intreccia arte, paesaggio e rigenerazione.
A conferma che il vino è anche pura emozione. Gioia da condividere. Condivisione di valori che uniscono. “Guardiamo avanti – dice il presidente Maurizio Bologna – Questo progetto è il frutto di decisioni corali, della preziosa conoscenza della materia e della dedizione dei nostri soci. Questa cantina ha radici storiche, ora lo abbiamo espresso anche con il linguaggio dell’arte e, naturalmente, anche nei calici con il nuovo DOCG Il Risveglio del Ceppo, per brindare al futuro nel segno della Barbera, patrimonio popolare da sempre”.
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