Zoppè: «Dopo 25 anni, quei momenti restano»

«Mister Giacomin aveva fatto un voto. Lasciò la festa e lo ritrovammo in chiesa a Farra»
Belluno, 12 novembre 2006, Tisoi, giocatori della formazione della Fulgor Farra stagione 2006/07. Dario Zoppè
Belluno, 12 novembre 2006, Tisoi, giocatori della formazione della Fulgor Farra stagione 2006/07. Dario Zoppè

FARRA D’ALPAGO. Chi l’ha visto? Ad un certo punto, nel bel mezzo dei festeggiamenti per la vittoria del campionato, nessuno vide più mister Giacomin. E mentre i minuti passavano, qualcuno si iniziava pure a preoccupare. Ma come, dove sarà andato il nostro allenatore? Dario Zoppè, tra i leader di quella squadra, ancora non ci crede mentre racconta l’aneddoto.

«Aveva fatto un voto: se avessimo vinto il campionato, sarebbe andato in chiesa a Farra per accendere un cero. Finita la partita andò subito lì… fu decisamente di parola. Più tardi, invece, passammo tutti i locali del paese finendo alla storica Locanda Bortoluzzi. E la partita in notturna? La volle proprio Giacomin».



Quella festa, però, scattò anche grazie all’Auronzo.

«Li ringrazieremo sempre. Senza più ambizioni di classifica, se la giocarono con impegno contro i nostri rivali del Vitt. La partita finì 1-1 e tanto bastò per promuoverci matematicamente. Anche qui mi permetto di raccontare una piccola vicenda. Avevamo mandato due nostri tifosi lassù per tenerci aggiornati quasi in tempo reale sul risultato. Era l’epoca dei primi telefonini, e la ricezione era tutt’altro che ottimale. Bene, fino all’1-1 eravamo in collegamento, poi più nulla. Per fortuna arrivò la conferma…».

Le emozioni sono tutt’ora palpabili nelle parole dei protagonisti.

«Raccontiamo vicende di 25 anni fa, ma il ricordo resta tutt’ora indelebile. Ero rientrato da Ponte nelle Alpi dopo anni tribolati a causa degli infortuni. E appunto, dopo il girone d’andata era difficile pensare a dove saremmo arrivati. Ma la cosa che ha fatto la differenza, credo, sia stato l’aver sempre giocato con tranquillità. Anche quando abbiamo ripreso la marcia, avvicinando pian piano la vetta, non ci siamo fatti prendere dalla frenesia. Un altro aspetto decisivo fu la condizione fisica. Stavamo talmente bene che arrivammo fino quasi in fondo al torneo tra le formazioni campioni che assegnava il titolo regionale di categoria. Arrivammo sino in semifinale, praticamente a fine giugno. Eravamo con la rosa ridotta all’osso, tra squalifiche, persone già in ferie e così. Giocò con noi pure Stefano Sommacal, che veniva solo a fare alcuni allenamenti ogni tanto. Purtroppo perdemmo 1-0 a Rio San Martino, vincendo 2-1 la sfida di ritorno. Ci beffò la regola dei gol in trasferta». (dapo)
 

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