Virus sinciziale, a Belluno pronto il farmaco per i bimbi fino a dodici mesi

La campagna partirà a novembre: il medicinale sarà offerto gratuitamente in ospedale ai neonati
Paola Dall’anese
Virus sinciziale, a Belluno pronto il farmaco per tutti i bimbi fino all'anno di età
Virus sinciziale, a Belluno pronto il farmaco per tutti i bimbi fino all'anno di età

Partirà a fine ottobre la prima campagna di immunizzazione contro il virus sinciziale causa di polmoniti e infezioni respiratorie anche gravi nei bambini piccoli, specie se di età inferiore ad un anno. Si tratta di una campagna rivolta ai 1.200 bambini che nascono in media ogni anno nel Bellunese .

Il virus sinciziale

Il Virus respiratorio sinciziale (Vrs) causa infezioni respiratorie, particolarmente gravi nei bambini molto piccoli, come la polmonite e la bronchiolite cioè l’infezione che colpisce i bronchioli i rami periferici dell’albero respiratorio. Fino al 70% di tutte le bronchioliti dei bambini al di sotto dei 12 mesi di età è causata dal Vrs.

L’infiammazione legata all’infezione causa inizialmente una modesta congestione del naso con un po’ di tosse e febbre, ma nell’arco di 4-5 giorni può causare difficoltà respiratoria, specie nei piccoli, difficoltà che può portare al ricovero in ospedale e a complicanze anche gravi, alle volte persino mortali. Il virus sinciziale circola soprattutto tra ottobre e aprile di ogni anno.

«Negli ultimi due anni abbiamo registrato centinaia di casi di bronchioliti in provincia e molti bambini hanno avuto bisogno di un ricovero per essere sottoposti alla ossigenoterapia.

Purtroppo, visto che sono pochi i posti di terapia intensiva in Pediatria, alcuni dei piccoli sono stati ricoverati negli ospedali di Treviso, Padova e qualcuno è finito anche a Verona», racconta Giampaolo Risdonne, pediatra di libera scelta e rappresentante della categoria nel Bellunese.

«L’unico modo per evitare questo problemi è sottoporsi all’immunizzazione con la somministrazione del farmaco monoclonale che introduce quindi degli anticorpi nel corpo del piccolo».

I pediatri bellunesi, su indicazione della Regione e dell’Ulss 1 Dolomiti, si sono già attivati informando le famiglie dei bimbi nati quest’anno spiegando la situazione. «E abbiamo visto che i genitori hanno capito e sembrano propensi a immunizzare i loro figli sotto l’anno di età». Per ogni iniezione eseguita i pediatri riceveranno 8 euro che potranno diventare 10 se immunizzeranno almeno l’80% dei pazienti.

«La Regione del Veneto è una delle poche se non la prima che ha deciso di fornire gratuitamente questo farmaco per chi aderirà volontariamente alla campagna», precisa anche il commissario straordinario dell’Ulss 1, Giuseppe Dal Ben. «Si tratta infatti di una malattia grave se colpisce i bambini al di sotto dei 12 mesi».

Il farmaco

Il farmaco Nirsevimab contiene un anticorpo monoclonale a lunga durata di azione che conferisce una immunizzazione passiva di cinque mesi.

Sarà distribuito nelle Pediatrie degli ospedali di Belluno e Feltre e ai pediatri di libera scelta a partire dal 28 ottobre per avviare così la somministrazione da novembre.

La somministrazione

L’offerta avrà due modalità. Per i nati dal primo gennaio al 31 ottobre 2024 saranno i pediatri sul territorio deputati alla somministrazione e le famiglie riceveranno a casa una lettera di informazione e di invito, mentre per i nati dal primo novembre 2024 al 31 marzo 2025 l’anticorpo sarà inoculato ai bimbi appena nati (24-48 ore dopo la nascita). L’adesione a questa campagna sarà volontaria.

Antinfluenzale

Da ottobre partirà invece la campagna antinfluenzale per le categorie fragili tra i bambini. «Quest’anno utilizzeremo quasi completamente il vaccino spray nei bambini dai 2 ai 6 anni, mentre per quelli più grandicelli ci sarà la consueta iniezione», spiega Risdonne che evidenzia come il 2024 sia stato un anno impegnativo.

«Fino alla prima metà di agosto abbiamo lavorato incessantemente per curare tanti casi di bambini sia piccoli che grandi con tosse anche persistente, pertosse, polmoniti.

E noi pediatri siamo sempre di meno: dai 20 iniziali siamo arrivati oggi a 17 ma entro la fine dell’anno due andranno in pensione (le dottoresse Comel e Simonetti) lasciando circa 2000 piccoli pazienti da dividere tra i professionisti rimasti. E se non arriva qualche rinforzo fare la campagna vaccinale sarà molto impegnativa».

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