Viabilità, la Provincia punta su Anas

Luchetta: «Servirà tempo, ma vogliamo fare il passaggio anche se non andrà in porto l’ingresso in Veneto Strade»

Belluno. Ogni abitante, ogni paese della provincia di Belluno ha diritto a percorrere strade sicure. Nel 2020 sembra una banalità, ma per chi vive in montagna non è affatto scontato e in questi giorni basta pensare a chi vive in Val di Zoldo o a Gosaldo. A ribadire quanto una viabilità efficiente sia fondamentale per garantire un futuro al bellunese è la Provincia, che ieri ha fatto un bilancio della situazione strade con il consigliere delegato Fabio Luchetta e con l’ingegnere responsabile servizio viabilità Alberto Serafini.

Una delle svolte più attese, l’ingresso di Anas in Veneto Strade e la riorganizzazione gestionale della viabilità, non sembra più tanto imminente, ma Luchetta annuncia che, se l’operazione non dovesse andare in porto, la Provincia intende comunque raggiungere un accordo con Anas per affidare alla società alcune strade: sia le ex Anas che alcune ormai diventate assi viari fondamentali, come la sp 1 della Sinistra Piave o la 251 della Val di Zoldo.

«Il 2020 non è stato un anno semplice», ricorda Luchetta. «Solo di recente è arrivata una dirigente per il settore viabilità e l’ufficio può contare su pochissime persone, ma molto in gamba, che sono riuscite a fornire a Veneto Strade tutto il supporto necessario». Proprio la convenzione tra Provincia e Veneto Strade rappresenta una delle problematiche di maggior impatto sul bilancio di Palazzo Piloni, che rimarrà vincolato fino al 2025.

Luchetta però guarda già al dopo: «Bisogna iniziare a ragionare fin d’ora sul futuro delle nostre strade, il 2025 è dietro l’angolo ed è necessario garantire una continuità gestionale al meglio. Anche quest’anno la Provincia è riuscita a coprire con il proprio bilancio tutti gli impegni nei confronti di Veneto Strade e in più a mettere a bilancio gli interventi più urgenti, somme urgenze immediate da circa 2 milioni di euro».

Soldi che non bastano mai, non solo perché il maltempo causa sempre più frequentemente danni consistenti, ma per un motivo ben preciso: fino al 2014 Palazzo Piloni riceveva 15 milioni di euro di trasferimenti dallo Stato per le strade, ma dal 2015 quei soldi sono stati azzerati.

«Dobbiamo al più presto trovare risorse da investire sulle nostre strade e per staccare le ex strade Anas dal patrimonio provinciale, liberando circa 8 milioni di euro che ci darebbero un gran respiro per iniziare a fare ragionamenti importanti, a partire dalla sicurezza e dalla gestione delle somme urgenze. Prima possibile».

Due sono le possibili soluzioni: staccare le ex strade Anas da quelle finanziate nella convenzione con Veneto strade, o «andare a batter cassa allo Stato sfruttando ogni canale possibile», dice Luchetta, «ricordando anche che la provincia di Belluno ha firmato un protocollo d’intesa con le altre due Province non speciali e interamente montane per rivendicare la specificità di questi territori e per far sì che lo Stato riveda le risorse a noi destinate. Altrimenti far fronte alla convenzione diventerà impossibile».

Al di là della forma, però, serve il contenuto: «Prima di tutto bisogna capire cosa vogliamo e per noi è chiaro: continuità negli investimenti e omogeneità nella qualità del servizio. Alla gente non interessa come si chiama il gestore, pretende, e giustamente, un servizio ottimale». —

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