Vette feltrine, dove la flora alpina è pregiata e speciale

FELTRE. La prima lista di flora alpina presente sulle Vette feltrine risale al 1400 ed era contenuta nell'erbario “guarnerinus”. Grazie a cesare Lasen, uno dei maggiori esperti in Italia e ovviamente legato a doppio filo con le nostre montagne i partecipanti alla conferenza svolta al Museo Diocesano hanno potuto fare un viaggio in immagini e voce nello splendido contesto naturale distante pochi chilometri dalla città. L'incontro è organizzato dal Fondaco e dal Cai nell'ambito di un progetto triennale per la Fondazione Dolomiti Unesco ha evidenziato che la busa delle Vette è considerata un punto caldo per la ricerca scientifica con più di ottocento specie che vi fioriscono. Il titolo della conferenza parlava di ”nobiltà” della flora perché essa qui è più ricca, rara, speciale, pregiata e con origini antiche. Coesistono infatti piante che vengono dall'Illiria e altre più occidentali. Il quadrante di cinque chilometri per sette, in gran parte occupato dalle Vette, sciorina 1130 specie di flora vascolare, cioè quella che si caratterizza per avere radici, fusto e foglie. La più ricca nell'arco alpino.
Tanta varietà è dovuta alla presenza di nicchie e particolari articolazioni morfologiche del suolo, al tipo di substrato diversificato, al persistere della neve invernale, al notevole calore dei mesi estivi e alla caratteristica umidità dell'aria sulle cime che provoca banchi di nebbie nei mesi più secchi. Certo, Lasen si è accorto nelle sue escursioni che qualcosa sta cambiando. La natura infatti non è mai ferma, ma continuamente evolve e muta in un mosaico vivente di creature che competono, si aiutano e si relazionano tra loro. Infine il pubblico presente ha potuto condividere con il relatore l'emozione e la bellezza della vegetazione alpestre fissate in una serie di splendide fotografie.
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