Vermi all’obitorio, le scuse del sindaco

FELTRE. Forse è bastata una mosca sfuggita dalle sacche di recupero di una salma già in avanzato stato di decomposizione, con il contributo della bolla di caldo africano, a generare le larve comparse lunedì, dopo un funerale, nella cappella del cimitero cittadino. Ma questa è solo un’ipotesi sulla quale, ieri, si sono confrontati la direzione medica di ospedale con l’anatomia patologica, l’ufficio igiene pubblica dell’Usl con la massima autorità sanitaria, cioè il sindaco, e gli ufficio competenti del Comune di Feltre. Non tanto per cercare un responsabile o più responsabili, quanto per scongiurare, in futuro, episodi come questo.
«Mi scuso personalmente con i parenti del defunto che hanno fatto questa scoperta sgradevole in un momento così particolare», dice il sindaco Paolo Perenzin, «ma mi impegno anche a scongiurare in futuro il ripetersi di tale evento. Dopo il sopralluogo con il responsabile dell’ufficio igiene dell’Usl 2, Mauro Soppelsa, si è deciso di studiare un protocollo condiviso da Comune, Usl e agenzie di pompe funebri, per trasferire le salme in transito, quelle cioè in attesa di cremazione, in una cella refrigerante».
La normativa imporrebbe infatti la conservazione delle salme in celle frigorifere a meno venti gradi centigradi. Ma tutti i Comuni, da quello più piccolo a quello più grande, si devono confrontare con due problemi, quello delle risorse finanziarie che impongono economie e quello dell’aumento di richieste di cremazione che può essere un problema in assenza di infrastrutture adeguate, ossia di un numero di celle adeguate per il transito delle salme. I tempi di attesa per l’inceneritore, di cui il più vicino è Treviso, si allungano anche fino a cinque giorni. E negli ultimi giorni, di salme in attesa se ne sono contate fino a sedici.
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