Cortina, vince dopo 11 anni la battaglia con il Fisco

Terreno venduto aveva spinto l’Agenzia delle Entrate a chiedere 600 mila euro. «Non ho mai mollato e sono riuscito a dimostrare di non essere un evasore»

Gigi Sosso
Angelo Dal Pont
Angelo Dal Pont

Battaglia vinta contro l’Agenzia delle Entrate.

Ma in 11 anni di vertenza, Angelo Dal Pont ha avuto bisogno di una tonnellata di pazienza e almeno altrettanta tenacia. Non facesse l’impresario edile, non sarebbe stato nemmeno in grado di sostenere tutte le spese necessarie a fronteggiare una richiesta di 600 mila euro e non passare per un evasore sulla plusvalenza di un terreno agricolo a Cortina ereditato da papà e venduto a una società di Treviso: «La vicenda mi è costata parecchio anche sul piano psicologico», sottolinea Dal Pont, nel suo ufficio di Ponte nelle Alpi, «la mia famiglia può senz’altro testimoniarlo. Il mio pensiero era continuamente rivolto a questo presunto debito, che non volevo pagare, proprio perché presunto. È stato un momento difficile, ma mi sono difeso con tutte le mie forze».

Ci sono voluti un gip del Tribunale di Belluno, quattro commissioni tributarie e due ordinanze della sezione Tributaria della Corte di Cassazione per scagionare al Pont e condannare lo Stato a versargli diverse migliaia di euro di spese. L’ultimo pronunciamento è dello scorso 22 gennaio ed è stato pubblicato il 16 aprile: ricorso rigettato e spese compensate.

Il c’era una volta risale all’inizio del 1988, quando Dal Pont perde il padre e riceve in eredità un terreno di quattro ettari a Cortina, in località Pecol, sulla strada per il passo Tre Croci.

Nell’ottobre del 2010, alla fine di una trattativa tra privati, l’appezzamento viene venduto a una società trevigiana.

Nessuno può mettersi a sindacare sul prezzo, tuttavia nel marzo di quattro anni dopo c’è un accertamento e l’Agenzia delle Entrate di Belluno contesta al venditore il mancato pagamento della plusvalenza ai fini Irpef, in quanto «il terreno era potenzialmente edificabile, con riferimento all’articolo 26 delle Norme tecniche di attuazione del Comune di Cortina» che prevedevano solo per l’imprenditore agricolo e a determinare condizioni la possibilità di avvalersi della plusvalenza.

Né Angelo Dal Pont né il compratore erano imprenditori agricoli, del resto su quel prato non c’era mai stato nulla che potesse far pensare a un fabbricato e, comunque, non sarebbe stato possibile edificare nemmeno una stalla per l’assenza dei 50 metri di distanza dalle case previsti dalla normativa: «Abbiamo rispettato la legge Bersani», osserva Dal Pont, «quella che definisce quando un terreno diventa edificabile, determinando una plusvalenza tassabile, in caso di vendita».

L’impresario bellunese avrebbe dovuto pagare 600 mila euro, anche sulla base di una sentenza della stessa Cassazione, relativa a un caso avvenuto nel Comune di Vallecrosia (Imperia), dove il contribuente aveva perso.

Sul piano penale, l’avvocato Anna Casciarri ha ottenuto l’archiviazione dal giudice per le indagini preliminari, ma restava da risolvere il versante tributario. Il caso si è spostato prima a livello regionale e poi anche nazionale, tra commissioni e Cassazione e, all’inizio dell’anno, ha trovato una soluzione definitiva: l’Agenzia delle Entrate ha torto e Dal Pont ragione. Ma questo quanto sarà costato agli altri contribuenti onesti?

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