Vandali al rifugio Costapiana

Valle. Sfregiata la scultura di De Gol vicino alla cassa, nessuno si è accorto di nulla

VALLE. «La splendida giornata di sole di domenica è stata rovinata dalle mani di qualche incivile che ha sfregiato la scultura di De Gol che abbiamo qui fuori: veramente un “grazie” a chi ci ha lasciato questo ricordo».

Questo il commento, tra l’arrabbiato e il sarcastico, della famiglia Gei, diretto a chi domenica ha sfregiato la scultura al rifugio Costapiana.

La bella giornata di sole ha invogliato a salire lungo la strada militare che da Valle porta a San Dionisio una folla di escursionisti, molti anche non cadorini. Per i “passeggiatori” in quella zona una tappa d’obbligo è appunto al rifugio Costapiana, dov’è possibile godere della squisita ospitalità della famiglia Gei, che da oltre 20 anni lo gestisce. Domenica questa ospitalità è stata tradita: tra i turisti che si sono fermati a gustare la cucina c’erano evidentemente anche alcuni vandali, che hanno sfregiato con delle incisioni un’opera dello scultore Italo De Gol (di Santa Giustina), posta in bella vista vicino alla cassa. Senza contare i “ricordini” lasciati sotto la scultura da un cane che evidentemente accompagnava chi si è reso autore degli sfregi. «A causa del molto lavoro di quel momento», racconta Fiorello Gei, «chi era di servizio non si è accorto di nulla e i maleducati hanno potuto andarsene indisturbati».

Solo più tardi la figlia di Gei ha visto i danni fatti alla scultura ed ha amaramente commentato la brutta fine di una domenica per altri aspetti invece da incorniciare.

«La scultura», racconta ancora Fiorello Gei, «era stata regalata dall’autore al Soccorso alpino della provincia di Belluno perché fosse messa all’asta per ricavarne del denaro per l’associazione. Alla fine dell’asta l’opera è entrata in mio possesso, perché ho fatto l’offerta più alta. Per questo l’ho messa in una posizione nella quale potesse essere vista da tutti. Quando mia figlia mi ha raccontato ciò che era successo, sono rimasto molto dispiaciuto, anche perché lo sfregio è come se fosse stato fatto allo scultore». Purtroppo, anche se da allora sono passati 35 anni, è sempre vero quanto ha scritto nel suo libro “La montagna presa in giro” l’alpinista Giuseppe Mazzotti, nel 1983: ossia che le brutte abitudini di chi frequenta la montagna per turismo non sono cambiate. I vandali di allora sono identici a quelli di oggi. «Ogni estate», conclude il gestore del rifugio, «ci troviamo davanti a persone che non sanno come ci si deve comportare in montagna; quando arrivano nei rifugi se ne sentono i padroni». (v.d.)

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