Valle Imperina, partono i progetti di recupero

RIVAMONTE. Il decollo di Valle Imperina ora non può più attendere. Con i quasi duemilioni di euro ottenuti dai fondi Brancher per il progetto di “Valorizzazione turistica della Conca Agordina” che coinvolge i Comuni di Voltago, Agordo, Rivamonte e Taibon e come partner esterni il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, l’Istituto “Follador” e la Comunità montana agordina, verranno rese accessibili ai turisti le strutture sotterranee e completato il recupero di alcuni edifici dell'ex sito minerario di Valle Imperina.
«In questa maniera», spiega il presidente del Parco, Benedetto Fiori, «potremo completare il recupero di questa straordinaria testimonianza di archeologia industriale, certamente tra le più importanti delle Alpi, e offrire così ai visitatori un motivo in più per visitare l’Agordino». Il progetto prevede varie operazioni. Per primo il ripristino del tratto iniziale della galleria Santa Barbara che, nel ‘600, costituiva l’accesso alla maggior parte delle “zecche”, le enormi cavità scavate nelle viscere della terra per estrarre il minerale. Attiva fino alla chiusura della miniera (1962), ha conservato l’originale rivestimento interno in conci di pietra a secco. Il progetto prevede di renderne visitabile un tratto di circa 130 metri e di ripristinare la scalinata di collegamento tra la galleria e l’edificio, oggi diroccato, che un tempo ospitava l’infermeria della miniera.
È inoltre previsto il ripristino della galleria “Fusinella” e la riapertura del Pozzo Capitale: la prima è uno splendido esempio di galleria a sezione ellissoidale rivestita in pietra, utilizzata per lo scarico delle acque sotterranee; il secondo è un pozzo di estrazione rivestito di pietra squadrata diviso in due parti (una per la salita e la discesa dei “kubel”, cioè i recipienti in legno usati per il trasporto del materiale. Il terzo intervento consiste nel recupero della galleria “Magni”, realizzata tra il 1909 e il 1913 dalla Montecatini: verrà messa in sicurezza la galleria (lunga circa 60 metri) e saranno recuperati dei locali posti alla fine della galleria, l’accesso al pozzo Donegani e la camera degli argani. Infine i Comuni puntano al miglioramento funzionale dell’edificio degli ex forni fusori, dell’ostello e dell'ex centrale idroelettrica, dove sarà allestita una sala conferenze, e al completamento del recupero dell’edificio delle ex scuderie, dove sarà realizzata una sala polivalente attrezzata anche per mostre e destinata a ospitare le attività della prevista scuola di interpretazione ambientale del Parco.
Gianni Santomaso
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi