Val Visdende, iniziata la pulizia già riempiti trecento camion

In un mese raccolti e consegnati agli acquirenti 9 mila metri cubi di legname. La guardia forestale Cesco Fabbro: «Il “Paradiso di Dio” sembra un cimitero»



In un mese, il primo di “pulizia” dei boschi schiantati, più di 300 camion di legname hanno lasciato la Val Visdende. Le Regole assicurano che la bonifica sarà completata entro l’anno. «Conosco tutto il loro impegno, incrocio le dita perché ci riescano davvero, ma anche se finiranno nella primavera 2020, sarà sempre un ottimo risultato», afferma Elisabetta Casanova Borca, sindaco di San Pietro di Cadore, che incrociamo mentre fa l’accompagnatrice nel pulmino scolastico («bisogna sapersi arrangiare»).

È la grande scommessa del Comelico, che oggi si riunirà a Lozzo per l’inaugurazione del secondo presidio del Commissariato per la pulizia dal legname schiantato e la rigenerazione delle piante. «Ogni camion trasporta almeno 30 metri cubi di tronchi», spiega Mario Cesco Fabbro, la guardia forestale di San Pietro, «quindi possiamo dire di aver fatto uscire dalla valle circa 9 mila metri cubi di legname».

La destinazione è Cimagogna, dove opera la falegnameria Doriguzzi, che ha acquistato i lotti dalle Regole (quattro) di San Pietro. Guardandosi intorno, Cesco Fabbro continua a ripetere: «Come vede, qui è un disastro. Vi lavoro da una vita, ma non ho mai visto un cimitero del genere». Un cimitero? «Guardi quelle zocche, i ceppi. Sembra una distesa di lapidi. Un cimitero in quello che San Giovanni Paolo II aveva definito il Paradiso di Dio».

La neve si è dimezzata, ne sono rimasti appena 45 centimetri, ma i boscaioli faticano a liberare i tronchi. Stanno lavorando sodo, senza darsi un minuto di tregua. Prima che le mani si congelino, si fiondano al rifugio “Penta” che è rimasto sempre aperto da quel 29 ottobre, come fosse un servizio della Protezione Civile. Ben 150 mila sono i metri cubi di legname da recuperare. Le Regole di San Pietro ne vantano – si fa per dire – 110 mila, il resto appartiene alle Regole di Campolongoi e Santo Stefano. Una sta vendendo ad aziende austriache, l’altra procederà a giorni.

«Possiamo confermare che la vendita, da queste parti, è avvenuta nella misura dell’80% circa», conferma il sindaco Casanova Borca, «e dobbiamo riconoscere che la Regione e il Commissariato ci hanno dato una mano importante, accompagnandoci lungo tutto questo difficile percorso. Domani (oggi per chi legge, ndr), li ringrazierò e ringrazierò pure i nostri eroi, gli operai forestali e i camionisti».

La strada del Canale è un pericoloso imbuto. È anche franata per un centinaio di metri. Gli automezzi transitano facendo manovra. In questo primo mese dalla valle ne sono usciti 15 al giorno circa, ma fra qualche settimana, quando tutti i cantieri saranno aperti, si triplicheranno, tra i 45 ed i 50. «Non so immaginare che cosa accadrà», mette le mani avanti la sentinella forestale. «Loro sono così bravi che si arrangiano, ma se incroceranno qualche auto di turista, saranno dolori».

Il sindaco Casanova Borca fa sapere che ha già posto il problema all’attenzione delle competenti autorità regionali. Intanto ha risollecitato Veneto Strade per mettere in sicurezza il versante franato. Gli uomini degli ingegneri Vernizzi ed Artusato sono stati sul posto per un sopraluogo. Il cantiere partirà a breve.

Stamani a Lozzo ci sarà anche la sindaco di santo Stefano, Alessandra Buzzo, anche lei riconoscente per il Commissariato e per il soggetto attuatore Fabrizio Stella, in particolare. «Ci siamo trovati dentro un’emergenza mai sperimentata prima e senza il loro accompagnamento ci saremmo persi». —

Argomenti:post alluvione

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi