Val Maor, la seggiovia sarà trasferita in Romania

Lo smantellamento dell’impianto è in corso, sarà un colpo per il Monte Avena che abbandona l’idea del rilancio estivo e per l’inverno si aggrappa alla Buse
Di Roberto Curto

MONTE AVENA. Un pezzo di storia del Monte Avena se ne sta andando in Romania segnando un passaggio fondamentale e senza ritorno per il futuro turistico della ski area feltrina. I lavori di smantellamento della seggiovia della Val Maor proseguono spediti da parte di un'impresa rumena i lavori che elimineranno la seggiovia dal Monte Avena ricollocandola in Romania dove vivrà una nuova vita in una stazione sciistica dei Carpazi. Il mondo va così. E tutto sommato, almeno sul piano economico, al Comune di Sovramonte, proprietario del terreno dove è insediato l'impianto di risalita, è pure andata bene perché i costi di smontaggio e ripristino dell'area erano stimati attorno ai centomila euro. Una spesa alla quale l'amministrazione sovramontina sembrava essersi rassegnata, in quanto la seggiovia è stata prodotta da un’azienda ormai fallita e dunque fuori mercato nei paesi occidentali in quanto trovare eventuali pezzi di ricambio sarà difficile, se non impossibile.

Circostanza della quale in Romania non sembrano tenere granché conto visto l'accordo che prevede che l'impresa si occupi dello smantellamento della seggiovia e del ripristino dei luoghi _ quindi con la rimozione dei piloni e delle fondamenta in cemento _ con la possibilità di portare via l'impianto di risalita praticamente a costo zero.

Al di là dell'operazione economica, che è l’unica consolazione, gli scenari che si aprono sul futuro del Monte Avena sono diversi e non tutti rosei: cade definitivamente l'ipotesi di creare un anello innevato che era stato il cavallo di battaglia di inizio anni 2000 tanto da ottenere il finanziamento per la realizzazione dello skilift Campon 3 che doveva sostanzialmente fare da collegamento tra lo skilift principale e la seggiovia della Val Maor.

Ebbene, a questo punto, viene a mancare un serio motivo per tenere in funzione lo skilift Campon 3 che offrirebbe, se innevato, uno spazio interessante per i principianti. Ma proprio chi è meno sicuro sugli sci difficilmente riuscirebbe a salire fin lassù. Dunque la skiarea si ridurrà sostanzialmente alla pista delle Buse che dall'inverno 2016/2017 dovrebbe essere servito dall'acqua necessaria all'innevamento anche quando la neve naturale non c'è.

L'idea di dare maggiore slancio al Monte Avena come area estiva utilizzando la seggiovia al posto dell'attuale skilift cade a sua volta con la decisione presa a suo tempo di smantellare la seggiovia. I bambini che frequentano i corsi di sci di Natale non ci sarebbero potuti salire facendo perdere alla ski area il suo ruolo di “palestra” per i piccoli che si avviano allo sci alpino. Gli sci club che gravitano sulla pista baby e sulla pista Le Buse fecero muro e il progetto fu affossato. Bisogna aggiungere che per ricollaudare l’aimpianto spostandolo alle Buse sarebbe costato circa 60 mila euro. Soldi che nessuno poteva permettersi di tirare fuori sull’unghia.

Alla fine resta una montagna di soldi buttati per non avere poco o niente. Colpa della neve caduta sempre più scarsamente negli ultimi anni, ma colpa anche di chi non è riuscito a realizzare un progetto unitario di sviluppo. L'unica consolazione sono i fondi per i comuni di confine che permetteranno nel 2016 di portare l'acqua in quota pescandola dal torrente Ausor servendo così gli impianti di innevamento programmato delle Buse e le malghe che operano sulla ski area.

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