Usl contro Centofanti «Osteomielite curata anche al San Martino»

CORTINA. «Spiace sentire le affermazioni del dottor Centofanti, con il quale abbiamo collaborato per quattro anni nella gestione della parte infettivologica dell’osteomielite. Vero è che la figura dell’ortopedico è indispensabile nella gestione di questa delicata patologia, ma è altrettanto vero che anche l’ortopedico deve avvalersi della collaborazione dell’esperto in trattamenti antibiotici».
Così Ermenegildo Francavilla (direttore del Dipartimento medicine specialistiche e dell’unità operativa complessa di Malattie infettive dell’ospedale di Belluno) commenta le dichiarazioni dell’ex primario del Codivilla Putti di Cortina, apparse ieri sul Corriere delle Alpi, in merito al rischio di amputazione a cui andrebbero incontro alcuni pazienti affetti da osteomielite che attendevano di essere curati a Cortina e che ora non sanno dove rivolgersi.
Le parole dell’ex primario hanno sollevato, come era logico attendersi, un nugolo di proteste: da un lato quelle dell’azienda sanitaria, dall’altro quelle dell’Ospedale riabilitativo di alta specializzazione di Motta di Livenza, che il prossimo mese dovrebbe rilanciare l’attività di ricovero del Codivilla.
Della vicenda Codivilla, secondo quanto fa sapere l’Usl 1 Dolomiti, si è parlato ieri nel corso del convegno dal titolo “Antibiotico terapia e infezioni correlate all’assistenza”, convegno a cui erano presenti gli specialisti infettivologi, in rappresentanza delle due Scuole universitarie venete, i professori Ercole Concia di Verona e Saverio Parisi, di Padova, Anna Maria Cattelan, primario del reparto di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova, il professor Marco Tinelli segretario della Simit (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali).
Questi professionisti «hanno colto con grande stupore le affermazioni del dottor Centofanti», dice l’Usl. «Il professor Concia ha espresso il suo parere in merito alla vicenda che ha superato i confini provinciali, sottolineando che l’osteomielite è una patologia che va affrontata multidisciplinarmente con l’ortopedico, l’infettivologo, il chirurgo plastico e deve poter contare su una serie di servizi come la microbiologia, la radiodiagnostica, la medicina nucleare. Si deve poter disporre, inoltre, di una terapia intensiva e di un Servizio trasfusionale per poter far fronte ad eventuali emergenze», fa sapere la direzione generale.
L’azienda sanitaria ribadisce come «l’ospedale San Martino di Belluno dispone di tutti i servizi necessari e di un reparto di Malattie infettive dove le osteomieliti sono trattate, secondo le linee guida supportate da evidenze cliniche e approvate dalle Società scientifiche. Per quanto riguarda, poi, le competenze ortopediche, si sottolinea che i medici che operano al San Martino sono professionisti di comprovata esperienza e tra questi ve ne sono alcuni che hanno prestato la loro opera per lunghi anni al Codivilla Putti».
La direzione generale di Belluno replica, infine, ad altre dichiarazioni rilasciate da Centofanti. «I malati non sono abbandonati e continuano ad avere un sicuro riferimento nelle strutture del Servizio sanitario regionale e dell’Usl 1 Dolomiti, in particolare nell’ospedale hub San Martino di Belluno», dicono da via Feltre, da dove precisano come «i ricoverati trasferiti il 29 aprile scorso dal Codivilla Putti, ad eccezione di uno stabilizzato e quindi rinviato a domicilio, sono tutti ricoverati al San Martino e stanno regolarmente fruendo delle cure e degli accertamenti necessari».
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