Una toccata e fuga da 1 anno e due mesi

Un alpino patteggia per aver allungato le mani sulle cosce di una minorenne feltrina durante l’adunata triveneta
Di Marco Filippi

FELTRE. Una toccata e fuga da un anno e due mesi di reclusione. È la pena che un alpino di trent’anni, residente nel feltrino, ha patteggiato davanti al giudice delle udienze preliminari Aldo Giancotti, per aver palpeggiato le cosce di una ragazzina di 11 anni di Feltre, che si trovava in una strada del centro storico, assieme ai genitori, il giorno della sfilata delle Penne nere per l’adunata triveneta.

Il fatto, piuttosto anomalo nella variegata casistica dei reati sessuali, risale al 22 luglio scorso, quando per le vie del centro era prevista la sfilata degli alpini. La ragazzina si trovava nei pressi del centro, in attesa della sfilata, accanto ai genitori e ad una coppia di loro amici. Ad un certo punto, un uomo, con in testa il cappello d’alpino, si è avvicinato alla ragazzina ed ha allungato una mano sulle cosce. Un gesto repentino, seguito da una veloce corsa per seminare eventuali inseguitori. Approfittando della confusione, l’alpino ha fatto subito perdere le proprie tracce.

La ragazzina, ovviamente, è rimasta perplessa mentre i genitori, che in quel momento guardavano da un’altra parte, non si sono accorti di nulla. È stata la coppia di amici a vedere tutto e ad attirare l’attenzione dei genitori. Tra l’altro, loro quell’alpino lo conoscevano di vista e, all’atto della denuncia, effettuata negli uffici della compagnia dei carabinieri di Feltre, pochi minuti dopo il fatto, lo hanno descritto in modo particolareggiato e preciso.

Risalire all’autore del gesto, un trentenne che vive nei dintorni di Feltre, non è stato così difficile per i carabinieri.

Pochi giorni dopo, l’uomo è stato identificato e denunciato per violenza sessuale, sebbene in una forma attenuata, con l’aggravante, però, di aver allungato le mani su una minorenne. Il trentenne non ha mai negato né ammesso il fatto: ha semplicemente sostenuto di aver bevuto quel giorno e di non ricordare cos’avesse fatto.

In ogni caso, come segno distensivo, ha risarcito la ragazzina con la somma di 5.000 euro. Un gesto che gli ha permesso di estromettere la parte civile nel procedimento penale avviato dal sostituto procuratore Simone Marcon.

Ieri mattina, davanti al giudice delle indagini preliminari Aldo Giancotti, l’imputato (difeso dall’avvocato Luciano Perco) ha deciso di patteggiare la pena di un anno e due mesi di reclusione. Un rito alternativo al processo ordinario, che si svolge a porte chiuse, e che permette lo sconto di un terzo della pena.

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