Una ferrovia che dal ’21 al ’64 trainò lo sviluppo della Conca
CORTINA. Ci sono ancora molte persone che ricordano nostalgicamente la Ferrovia delle Dolomiti che, fino al 1964, ha collegato Calalzo, Cortina e Dobbiaco. Con il trenino blu arrivavano in Ampezzo personaggi da ogni parte del mondo, rappresentanti della politica, della TV, cantanti in voga al momento, registi, attori (compresi Sofia Loren e Alberto Sordi). La Ferrovia delle Dolomiti era una a scartamento ridotto: dal1921 collegò, con un tracciato di 65 chilometri, Calalzo, Cortina e Dobbiaco, costituendo per oltre un quarantennio il principale mezzo di collegamento la Val Pusteria e il Cadore, unendo le province di Bolzano e di Belluno. I primi progetti per questa ferrovia di montagna furono realizzati già sotto il regno asburgico, a partire dal 1865. Solo durante la prima guerra mondiale, però, i soldati austriaci prima e quelli italiani poi costruirono alcuni primi tratti di ferrovia a scartamento ridotto. Questi monconi vennero completati e unificati nel 1920, per permettere l’entrata effettiva in servizio per uso civile l’anno seguente. La ferrovia Calalzo-Dobbiaco giocò un ruolo da protagonista in occasione delle Olimpiadi invernali del 1956, trasportando atleti, organizzatori, giudici e spettatori, nonché grandi personalità come Giovanni Gronchi, allora Presidente della Repubblica. I passeggeri trasportati nel 1956 furono ben 700.000, contro i 100.000 del 1923, i 400.000 del 1930 ed i 500.000 del 1935. Negli anni seguenti, visto il progressivo calo dei passeggeri e l’aumento dei costi di manutenzione (e un tragico incidente nel 1960 che causò due morti), si decise di ridurre l’attività del trenino delle Dolomiti, sino a giungere alla decisione di chiudere del tutto la storica ferrovia Calalzo-Dobbiaco il 17 maggio del’64.
Oggi, in vista delle Olimpiadi Milano Cortina 2026, il governatore del Veneto Luca Zaia ha lanciato l’idea di un nuovo treno delle Dolomiti, ben più ambizioso di quello passato: non si parla più di collegare Calalzo e Dobbiaco. Il nuovo treno permetterebbe infatti di muoversi da Venezia a Cortina in poco più di due ore, e di collegare i meravigliosi paesaggi dolomitici a tutte le grandi città mitteleuropee e non solo. Sul tavolo due ipotesi. Il tracciato ferroviario della Val Boite avrebbe una lunghezza di 33 km, un tempo di percorrenza stimato in 40 minuti, 5 fermate e un investimento previsto di 710 milioni; il percorso della Val d’Ansiei sarebbe lungo invece 48 km, servirebbero 58 minuti per effettuarlo, avrebbe 7 fermate, per un investimento di 745 milioni. —
A.S.
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi