«Un milione per ristrutturare le case»
Nel programma di Silvano Savio il primo posto va alle iniziative per sostenere le famiglie che vogliono vivere in paese

FALCADE. «Abbiamo perso 25 famiglie in dieci anni, ora siamo pronti a mettere un milione di euro per permettere ad altrettante di ristrutturare casa».
Per Silvano Savio, candidato sindaco con la lista “Falciade par el nost paes”, l’amministrazione uscente guidata da Michele Costa avrebbe avuto «troppa paura di sbagliare». Ai cittadini promette, invece, che la sua squadra le idee le ha chiare con competenze per concretizzarle.
La prima è quella sul sostegno alla residenzialità. «Intendiamo redigere un progetto di area vasta da finanziare con un milione di euro dei Fondi di confine: verranno individuate 25 famiglie, giovani coppie, residenti o da fuori, che presentino un progetto di ristrutturazione. Su un ipotetico progetto da 100 mila euro, 40 mila li mette il Comune tramite i fondi di confine. Ne restano 60 mila che in parte possono essere coperti con i finanziamenti statali (55% o 65% per cento, va studiata ma c’è pure la possibilità che il Comune si accolli il debito) e in parte dal privato (circa 30 mila euro). Tale progetto di area vasta potrebbe essere sposato anche dai nostri vicini di Canale e di Vallada. E poi c’è il bosco». Cioè? «Per Falcade è prevista una ripresa di taglio di 1000 metri cubi all’anno. Per il primo anno noi li spacchettiamo in piccoli lotti da 40 metri cubi per ciascuna delle 25 famiglie e lo vendiamo a prezzo agevolato. Così iniziamo a smetterla di vendere legname all’Austria per poi ricomprarlo, così diminuiamo il trasporto su gomma, così recuperiamo l’amore per il bosco, così diamo lavoro alla segheria locale (una delle due rimaste in Agordino) e così riapriamo il circuito dell’edilizia».
Altre due ambizioni sono la ricomposizione della proprietà fondiaria e la copertura del campo del ghiaccio. «Nel primo caso si tratta di un progetto a medio-lungo termine. La polverizzazione dei terreni è un ostacolo allo sviluppo. Affideremo all’Eurac di Bolzano un progetto che durerà 15-20 anni. Per la copertura pensiamo di investire due annualità dei fondi di confine: tetto, copertura laterale con teli in Pvc, cucine, tribuna per il teatro».
Parlate molto della necessità di fare rete. Obiettivo su cui in Agordino si è spesso fallito. «Prendiamo il turismo. Serve cambiare la qualità del turismo e del turista. E per farlo bisogna che tutta la popolazione collabori: dall’albergatore, al gestore della malga, al semplice cittadino proprietario di un’abitazione. Pensiamo alla manifestazione “Se desmonteghea”: sono coinvolte 200 persone dalla casalinga all’albergatore. Dobbiamo estendere tale rete e farla arrivare anche oltre il passo». In Trentino? «Sì, ho incontrato qualche giorno fa il sindaco di Predazzo. Ha avuto piacere di parlare anche perché ho capito che il dialogo con Falcade in questi anni non c’è stato. Deve riprendere, come è stato nel passato, anche tra gli operatori turistici». Per rilanciare il turismo, però, non basta il dialogo. «Deve esserci un territorio bello con i prati puliti. Per quelli sui pendii, difficili da sfalciare, pensiamo al pascolo ovino. Serve cartellonistica e servono nuovi sentieri tematici, dei suoni, dei fienili. Serve valorizzare le nostre tipicità come il papavero e i prodotti culinari che da esso derivano».
È residente ad Agordo, perciò non voterà al referendum sulla fusione con Canale. Se potesse farlo? «Non andrei a votare comunque. Senza Vallada la fusione è zoppa. Anzi, ci sarebbero dovuti essere anche Cencenighe e San Tomaso. Diventerebbe una mezza Valle del Biois».
Gianni Santomaso
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