Un milione di euro per la strada del Colomber

Ci sono sentieri, sassi, perfino ciuffi d'erba che raccontano la storia di un territorio. Se poi quel territorio abbraccia la diga del Vajont, la storia sconfina nella memoria di un disastro che ancora oggi fa sentire il suo eco nella valle ferita.
Longarone, Castellavazzo, Erto, Casso e tutti i paesi che hanno conosciuto l'onda della morte quel 9 ottobre 1963 si preparano a ricordare le quasi duemila vittime nel 50esimo anniversario della tragedia. «Il 2013 sarà denso di iniziative», annuncia il sindaco di Longarone Roberto Padrin.
Tra queste si spera di riuscire a posare la prima pietra di un progetto ambizioso, che la Regione Veneto ha appena finanziato con un milione di euro: il recupero con relativa messa in sicurezza della strada del Colomber, chiusa per 364 giorni l'anno e aperta solo in occasione della Pedonata sui percorsi della memoria, la manifestazione che da sette anni porta 5500 persone (il numero è chiuso) sui luoghi del disastro.
Oltre alla messa in sicurezza della strada e del versante, verrà anche realizzata una passerella pedonale che collegherà i due lembi della valle, sbucando nella zona di Pascoli, in comune di Castellavazzo. Sorgerà esattamente dove si trovava il vecchio ponte del Vajont, realizzato nel 1956 e spazzato via la notte del 9 ottobre di sette anni dopo. Il finanziamento regionale è pari alla metà dell'importo necessario: ora si attendono le risposte da parte della Regione Friuli Venezia Giulia e dell'Enel, mentre dai Gal alto bellunese e friulano è già arrivato un contributo di 260 mila euro. «Speriamo di riuscire a posare la prima pietra nei giorni dell'anniversario», si augura Padrin.
L'operazione “Ripercorrere la valle del Vajont”, portata avanti dai Comuni di Longarone, Castellavazzo ed Erto-Casso, è «ambiziosa ma dal grande valore storico, umano e paesaggistico», aggiunge il capogruppo PdL in Regione Dario Bond, che si è impegnato con l'assessore Giorgetti per ottenere il contributo.
«Questo contributo straordinario è un gesto di grande rispetto verso un territorio che è stato segnato da una delle più grandi tragedie dell'epoca moderna». La strada del Colomber è la vecchia statale 251, quella che si percorreva salendo da Dogna quando la diga non esisteva. Dal giorno successivo alla frana che si staccò dal monte Toc, e che piombando nell'invaso artificiale creò l'onda assassina, la strada è chiusa. Viene aperta solo una volta all'anno, all'inizio di ottobre, per la pedonata più suggestiva e emozionante che esista in regione: quella sui percorsi della memoria.
A numero chiuso, e non solo per questioni organizzative: il versante che sovrasta la strada del Colomber non è stabile, e infatti il grosso della cifra servirà per metterlo in sicurezza. «Si tratta dell'intervento principale pensato per il Cinquantesimo», rimarca il sindaco di Longarone. «Un'opera di valorizzazione che rimarrà per sempre e testimonierà cos'è stata la tragedia del Vajont». Insieme a questo progetto, però, ce ne sono altri che faranno del 2013 l'anno della memoria, del ricordo e della riflessione. Già confermati il raduno nazionale della Protezione civile, a metà settembre, la tappa del Giro d'Italia (il 15 maggio) e il convegno internazionale dei geologi. Padrin si augura che il 9 ottobre arrivi sulla diga anche il presidente della Repubblica. L'invito è stato spedito, lo leggerà il successore di Giorgio Napolitano.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi