Un marciapiede della discordia

Lite giudiziaria penale e civile a colpi di querele tra due artigiani
Dal giudice di pace il processo per l'aggressione di un pitbull
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PEDAVENA. Un lavoro edile di circa un’ora per sistemare un marciapiede ha scatenato una faida tra due artigiani che operano nel settore: il pedavenese A.C. difeso dall’avvocato Davide Fent è parte offesa nel procedimento in corso di svolgimento dal giudice di pace di Feltre (nella foto). C.M. di Valdobbiadene, difeso dall’avvocato Elena Polesana è l’imputato. L’accusa contempla percosse, ingiurie e minacce. Questa la parte penale della vicenda che sta vivendo anche un contenzioso civile a parti invertite. Alla base di tutto ci sono alcuni problemi nella realizzazione di un marciapiede da parte dell’imputato che a marzo dell’anno scorso sarebbe andato sopra le righe durante un incontro con l’interlocutore pedavenese. I lavori riguardavano l’abitazione poi utilizzata proprio dalla parte offesa: «C’era questo marciapiede di 60 metri quadrati la cui realizzazione avevo affidato a C.M.», ha spiegato ieri in aula il pedavense A.C., «e a marzo 2012 avevamo appuntamento da me per chiarire la questione. Quando gli ho fatto i difetti, lui era d’accordo, ma quando gli ho detto che l’avrei pagato solo quando il lavoro fosse stato terminato, lui è andato in escandescenze e mi ha aggredito prima verbalmente. Mi ha detto figlio di puttana e bastardo e mi ha avvicinato il pugno il volto dicendo che i soldi che non davo a lui li avrei dovuti spendere dal dentista. In più mi ha anche messo le mani al collo, lasciandomi un arrossamento. Sono riuscito a divincolarmi, sono rientrato nell’edificio, lui mi ha raggiunto e ha continuato a insultarmi».

Il giudice Darugna ha ascoltato due testimoni (il fratello e un ex dipendente della parte offesa) i quali, con sfumature diverse hanno confermato le accuse. Totalmente diversa la ricostruzione dell’imputato che ha negato sia gli insulti sia il contatto fisico: «Gli ho detto che era chiara la sua intenzione di non pagarmi e lui mi ha dato dell’incapace. Dopo la discussione è uscito suo padre che mi ha detto di portare pazienza per i soldi perché erano in un momento economicamente difficile». Il processo è stato rinviato al 17 luglio per verificare quale delle versioni sia quella più realistica. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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