Un malore stronca Narciso Masocco

FELTRE. Gravissimo lutto nel mondo del volontariato sociale e della politica. Narciso Masocco nel pomeriggio di ieri è morto a Gorizia, dove si trovava per lavoro per conto della Clivet, l’azienda dove lavorava da oltre vent’anni. A quanto è dato sapere, a nulla sono valsi i tentativi di soccorso per l'uomo di appena cinquant'anni, probabilmente stroncato da un infarto. Il tentativo di trasferirlo all'ospedale di Trieste si è rivelato vano. La notizia, circolata in città nel tardo pomeriggio ha gettato nella costernazione più profonda i feltrini per il ruolo attivo che Narciso Masocco ha sempre dimostrato ed espresso a favore della comunità.
Nipote dell'omonimo zio sacerdote, Narciso ha saputo dare applicazione e contenuti alla provenienza cattolica, esperita e agita fin dalla più giovane età, nell'impegno politico e sociale. Prima, nel mondo degli scout dove con la moglie Angela ha contribuito alla spinta attiva e al rinnovamento dell'associazione cattolica. È stato parte attiva della Caritas e del Movimento per la vita a sostegno concreto delle donne in difficoltà economica o in condizioni di grave disagio sociale, quando si trovavano al bivio dell'interruzione volontaria di gravidanza. Poi, l'impegno nella politica dove, con la sua tendenza all'innovazione, ha saputo coniugare con lungimiranza gli indirizzi cristiani con le scelte amministrative in una congiuntura, all'epoca dell'esecutivo Brambilla di cui è stato assessore fino al 2008, che ancora non presentava le stigmate dell'emergenza di oggi.
«Ma la spinta alla carità cristiana lo ha sempre stimolato», ricorda l'amico Michele Balen, sindaco di Cesio, «al punto che si è posto alla guida dell'istituto Carenzoni, di cui era autorevole presidente, ed io l'ho sentito affermare che la porta non si sarebbe chiusa a nessuno». Sempre Michele Balen evidenzia la sofferenza che aveva provato Narciso quando la diocesi di Feltre, nel 1986, è stata esautorata e ne ricorda la vicinanza, anche ideologica, alla dottrina dei frati francescani «che meglio esemplificavano i principi della cristianità sociale».
L’autonomia di pensiero, espresso con sagacia e con spirito progressista, è ciò che di Narciso riconosce Gianmario Dal Molin: «Lo spirito critico con cui analizzava il mondo della chiesa, esprimendo valutazioni e suggerimenti di tutto rilievo quanto a rinnovamento della vita ecclesiale, mi ha sempre colpito quando mi è capitato di parlare con lui. Era uno spirito libero, degno erede del pensiero dello zio di cui ha portato con orgoglio anche il nome».
Colpito duramente l’ex sindaco di Feltre, Alberto Brambilla, che lo volle come assessore durante la sua legislatura: «Ci eravamo incontrati la scorsa settimana in occasione della riunione della pastorale delle tre parrocchie cittadine e come sempre avevano discusso sulle priorità da porre in atto a livello sociale. Narciso è stata una persona che lavorava spendendosi più per gli altri che per se stesso. Voleva tremendamente bene alla città. Mi lascia un grande vuoto perché assieme a lui ho condiviso la mia breve parentesi politica e continuavo a collaborare con lui in campo sportivo e sociale».
L’attuale sindaco Paolo Perenzin che aveva spinto per la sua presidenza al Carenzoni: «Era la persona giusta e avevamo un rapporto molto stretto. Stava sostenendo il ruolo sociale dell’ente riuscendo a creare i presupposti per un miglioramento della situazione finanziaria. Ricordo che abbiamo iniziato insieme l’avventura come consiglieri comunali e quando mi sono candidato per diventare sindaco, Narciso mi ha dato un grande sostegno durante la campagna elettorale. È un colpo duro da incassare. Il mio pensiero, anche a nome dell’amministrazione, va alla moglie e alle figlie e alla famiglia».
Narciso lascia la moglie Angela e le giovanissime figlie Maria Cristina e Francesca. (l.m.) (r.c.)
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