Un lascito e Mano Amica finanziano tre progetti

Buona parte dei 400 mila euro proviene dalla donazione di Maria Sanvido I fondi servono per le cure dei pazienti oncologici sia in età adulta che pediatrica



. Quattrocentomila euro per tre progetti, sono quelli sostenuti per la massima parte da un lascito testamentario e da fondi di Mano Amica. Serviranno ad estendere le cure palliative, quelle che tolgono il dolore a pazienti senza possibilità di guarigione, a tutte le case di riposo del territorio ex Usl 2. A potenziare le cure simultanee, l’ambulatorio che prende in carico il paziente oncologico a 360 gradi, attraverso la sinergia con lo Iov di Padova. E a sviluppare emato-oncologia pediatrica a Feltre in collaborazione con Città della Speranza di Padova, esempio di integrazione fra pubblico e privato imprenditoriale.

I tre progetti, presentati ieri dal direttore generale dell’Usl Dolomiti, Adriano Rasi Caldogno, e dal presidente di Mano Amica, Paolo Biacoli, sono già avviati grazie alla donazione di Maria Sanvido, la centenaria di Cesiomaggiore che ha destinato i suoi risparmi “a chi soffre”. È stato il suo scrupolosissimo esecutore testamentario Loris Paoletti a convogliare questa cifra a favore del territorio feltrino, concordando con l’azienda e con Mano Amica, i settori dove investire le risorse. Cosa che è stata riconosciuta ieri, quando sono stati presentati i tre progetti, dal direttore generale dell’Usl Dolomiti, Adriano Rasi Caldogno, e dal direttore sanitario Giovanni Pittoni che ha sottolineato come questa opportunità consenta di declinare la legge 38 nei suoi principi fondanti, come quello di portare assistenza al malato il più vicino possibile alla propria dimensione domestica. E di coinvolgere istituzioni di riferimento come lo Iov «per un’esperienza condivisa che possa qualificarsi anche a livello internazionale».

Nell’ambito dell’oncoematologia pediatrica, lo sprone alla formazione degli operatori feltrini, grazie alla donazione, unitamente al potenziamento della farmacia ospedaliera per l’approvvigionamento di farmaci antiblastici e gli schemi terapici, al rinforzo dell’ambulatorio di psicologia e di quello di ematologia, come ha sottolineato il direttore del dipartimento materno infantile dell’Usl Dolomiti, Stefano Marzini, «fa di Feltre il progetto pilota accreditato dal centro di riferimento di Padova».

Le cure simultanee, quelle che vengono effettuate in oncologia per contenere e ritardare gli effetti delle neoplasie in concomitanza o alla fine dei trattamenti anti-tumorali, si avviano alla certificazione Esmo come centro di integrazione fra le terapie oncologiche e le cure palliative precoci dell’ospedale di Feltre attraverso la collaborazione con il dipartimento di oncologia dello Iov di Padova.

«Questa è un’occasione unica per far rete in regione», ha premesso il primario di oncologia Davide Pastorelli nel presentare Vittorina Zagonel, «uno dei massimi esperti europei in cure simultanee». Con la quale si è iniziata una proficua collaborazione. Sull’estensione di cure palliative a tutti i centri di servizio è intervenuto il presidente di Mano Amica, Paolo Biacoli, annunciando che al termine della sperimentazione per quanto riguarda le case di riposo pilota, quella di Feltre e quella di Canal San Bovo, saranno presentati i dati all’Usl Dolomiti per consegnare all’azienda il prosieguo dell’iniziativa. —



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