Un grido dal territorio: «Adesso basta incentivi»

Poderosa la risposta dei bellunesi: provincia tappezzata di bandiere e striscioni. Coinvolti comitati, pescatori e tanta gente comune: «Difendiamo i nostri fiumi»

BELLUNO. È un grido di dolore, ma insieme di battaglia, quello che si leva dal Bellunese: «Basta incentivi». Non è più sufficiente chiedere di smettere di costruire centraline idroelettriche. Per fermare definitivamente quelle 150 richieste di concessione per impianti sui fiumi e i torrenti bellunesi la soluzione è una e Acqua Bene Comune lo dice chiaro: eliminare gli incentivi sul mini idroelettrico. Sugli impianti sotto il megaWatt di potenza, che diventano fruttuosi proprio grazie agli incentivi dello Stato.

Acqua Bene Comune ha deciso di lanciare la battaglia definitiva contro l’iper sfruttamento idroelettrico e la popolazione di tutto il Bellunese ha risposto in maniera incredibile: tutta la provincia è stata tappezzata di striscioni, bandiere sono state appese alle finestre delle case, sulle terrazze, in mezzo alle rotatorie, sui ponti, sui guardrail, sui muri di contenimento delle strade. Blu, come l’acqua che scorre (e rischia di non scorrere più) nei fiumi e nei torrenti bellunesi.



La campagna è iniziata a mezzanotte e un minuto in piazza Duomo. Gli attivisti hanno appeso bandiere e striscioni sul portone d’ingresso e sulle finestre del palazzo della Provincia. Ieri mattina sono state rimosse, ma i ragazzi se l’aspettavano: «Sappiamo che il consiglio provinciale è sulle nostre posizioni, ma abbiamo voluto comunque lanciare un segnale», spiega Lorenzo Bogo, anima storica del Comitato. E il segnale è stato potente.

Per tutta la giornata alla casella mail di Acqua bene comune e sul profilo facebook del Comitato sono arrivate testimonianze dirette che la mobilitazione è partita. Impetuosa. Basta scorrere la bacheca facebook del Comitato (da cui sono tratte le foto che pubblichiamo) per rendersene conto. Bandiere e striscioni sono stati appesi in tutta Belluno, in Val del Mis (forse il simbolo principale di cosa significhi lo sfruttamento idroelettrico in un territorio come quello bellunese), ai laghetti della Rimonta a Lentiai, nella Grotta azzurra a Mel, sui Passi Staulanza e Duran, in Val di Zoldo, sui torrenti Tegorzo (Fener), Talagona (Domegge), Stien, Colmeda, a Cesana, Sappada, Ponte nelle Alpi, sul Missiaga a La Valle agordina, sul Sarzana a Voltago, sul rio San Rocco ad Auronzo. Ma sono arrivate immagini anche da Sondrio, Treviso, Aosta. Acqua Bene Comune ha lanciato l’amo e la risposta del territorio è stata decisa.

E non ha coinvolto solo gli attivisti del Comitato. Nelle immagini si vedono pescatori e tanta gente comune. Convinta che sia giunto il momento di fermare la costruzione di impianti idroelettrici. «Ci aspettiamo risposte anche da qualche Comune nei prossimi giorni», continua Lorenzo Bogo. «Del resto siamo alla battaglia finale. Al termine di questa campagna gli incentivi devono essere cancellati. Lo chiede la gente, che ha detto chiaramente come la pensa. La politica deve prenderne atto, altrimenti si assumerà la responsabilità delle scelte che farà».

La mobilitazione è iniziata ieri e continuerà nei prossimi giorni. Si può continuare a mandare la propria testimonianza via Messanger (pagina Facebook Acqua bene comune Belluno) e via mail all’indirizzo abc.belluno@gmail.com. Il Comitato invita anche a pubblicare le foto sui social network con gli hashtag #adessobastaincentivi #adessobastacentrali. Ma la mobilitazione non finisce qui. Nei prossimi giorni ci saranno altre iniziative, che il Comitato non svela: «Saremo creativi», conclude Bogo. C’è da credergli.
 

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi