Un cinema ad Agordo? «Si può fare»
«Agordo luogo ideale per impiantare un cinema permanente». Cristian Tatto, gestore dell’Officinema di Feltre, ne è pienamente convinto. A suo giudizio le premesse per riportare nel capoluogo di vallata un servizio socio-culturale assente da fine anni Settanta ci sono. Certo occorrono strutture libere e adatte allo scopo.
Il pubblico, a stare ai risultati ottenuti dai due film proiettati nelle ultime settimane in sala “don Tamis”, sembra apprezzare. Il 4 gennaio per la “Val che urla” con attori agordini e bellunesi c’era il pienone; sabato con “Affittasi vita”, prodotto dalla Fifilm dell’agordina Caterina Francavilla, i posti vuoti non erano moltissimi. E proprio a Francavilla un mese fa Tatto si è rivolto per capire se Agordo avesse le strutture per ospitare un cinema.
«Se ci fosse una sala adatta, anche polifunzionale, da condividere con altri», dice Tatto, «mi piacerebbe portare un cinema permanente ad Agordo. Ho fatto i miei ragionamenti e le mie considerazioni e ritengo che Agordo, per una serie di motivi, si presti allo scopo. Penso all’ampiezza del bacino, penso al clima (tutt’altro che trascurabile per l’influenza che ha sulla volontà di muoversi delle persone), penso al fattore del transito: Agordo è il luogo in cui non si faranno grandi utili, ma non si andrà nemmeno in perdita. Garantisce una situazione di equilibrio e ciò, in un quadro in cui se vuoi avere le ultime novità devi dimostrare di avere delle entrate, è importante».
La questione sala, tuttavia, non è di facile soluzione. I due film recenti sono stati proiettati in sala “don Tamis” , ma occorre valutare se essa abbia le possibilità per ospitare con continuità il cinema e le caratteristiche per garantire la qualità di cui il prodotto cinema ha bisogno. In alternativa esiste il centro parrocchiale o, in prospettiva, la struttura che completerà il PalaLuxottica.
Un tempo Agordo aveva la sua sala cinema: 300 posti in platea e circa 100 nel loggione. Era in via del Teatro, nel centro storico. L’aveva gestita la famiglia Bronzato fino al 1966, poi per dieci anni Ruggero Besenzon e Rossella Gavaz.
«In quegli anni», dice quest’ultima, «abbiamo avuto grande soddisfazione dalla gente di Agordo. Chiudevamo il lunedì, poi davamo i film tutti gli altri giorni della settimana. Dico sempre che quello che rimpiango dei miei 50 anni di matrimonio è stato proprio il cinema, ma lo abbiamo mollato quando andava fatto, non era più possibile andare avanti».
Nel 1974 lo cantò anche Baglioni in “Ad Agordo è così”: «Stasera tutti al cinema sociale, settimana un po’ speciale, c’è la serie con Totò».
L’aspetto sociale di quella struttura era davvero notevole, la tivù, d’altronde, con soli due canali non faceva concorrenza. Oggi tutto è cambiato: le piattaforme di distribuzione di film e serie tivù on line la fanno da padrone e i costi relativi alle attrezzature per la proiezione in sala sono cresciuti.
La valenza sociale del cinema, tuttavia, non è morta. «Io credo», dice Tatto, «che il cinema sia un elemento importante per creare le comunità. E io v orrei riuscire a dare un servizio ad Agordo anche per permettere di passare del tempo assieme senza la virtualità di tivù e social. Certo bisogna abituare la gente all’idea che c’è un cinema in paese e che la sera possono stare in tanti dentro una sala a guardare la stessa cosa: non c’è situazione migliore per stare assieme alle persone». —
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