Un avvocato in più nella vertenza contro 19 dipendenti
FELTRE. Nella controversa vicenda dei diciannove dirigenti sanitari non medici (biologi, chimici, farmacisti e psicologi) che dal 1994 aspettano gli incentivi di produttività, un legale da solo non basta. Così l'Usl considerata la complessità della materia nonché il corrispettivo di oltre cinque milioni di euro rivendicato dai ricorrenti (seguiti da Uil dirigenti e dagli avvocati Ferruccio Rovelli e Valentina Papandrea del foro di Belluno), ha optato per un rinforzo legale: all'avvocato Mario Calgaro del foro di Vicenza sarà affiancata Maria Luisa Miazzi del foro di Padova, specializzata in diritto del lavoro. C'è da segnalare la parte nobile di questa controversia, a fronte di una montagna di soldi che l'Usl dovrà corrispondere ai professionisti nel caso in cui il giudice dovesse dare ragione ai ricorrenti: l'avvocato Maria Luisa Miazzi ha dichiarato che non richiederà alcun compenso per l'attività professionale svolta in questa fase del giudizio per l'ipotesi in cui l'esito dovesse essere negativo.
Per ricordare la vicenda, lunga e complessa, dopo che il giudice del lavoro con sentenza non impugnata dall’azienda Usl nel 2011, ha sancito la correttezza delle rivendicazioni dei dirigenti e dei loro diritti, visto che la medesima non sarebbe stata applicata, gli interessati si sono rivolti nuovamente al giudice per ottenerne l’applicazione. La difficoltà a determinare l’entità di quanto loro spettante, ha indotto il giudice a nominare un esperto, cioè un consulente tecnico per ottenere l’esatta quantificazione.
La dirigenza Usl, coordinata ora dal direttore generale Adriano Rasi Caldogno che ha solo ereditato questo contenzioso, pur premettendo di attendere «il pronunciamento della magistratura sulla vertenza» , ritiene di aver già dato corretta applicazione alla sentenza stessa (quella del 2011), mentre la controparte con il ricorso presentato, chiederebbe ora per allora, per ciascun anno dal 1994, arretrati per la retribuzione di risultato di ciascun dirigente sanitario, pari o anche superiori all’intero stipendio netto. (l.m.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi