Ultima presidenza di seggio dopo 47 anni di elezioni
Claudio Broccon è il veterano del voto a Cesiomaggiore

CESIOMAGGIORE. Al termine dell’adunanza dei presidenti di sezione, ha proclamato il nuovo sindaco di Cesiomaggiore. Poi Claudio Broccon ha annunciato non senza un po’ di commozione la conclusione del suo percorso da presidente di seggio. Meritandosi l’applauso dell’intero nuovo consiglio e i complimenti di Carlo Zanella, confermato primo cittadino.
La sua prima presidenza di seggio è stata 47 anni fa. Di sicuro Broccon, che ha raggiunto l’età di 70 anni, per i cesiolini è sempre stato “il presidente”: al seggio numero uno ha visto passare decine e decine di scrutatori e segretari, oltre a giovani e meno giovani volenterosi e ben contenti di adempiere al diritto – dovere del voto. Ha rappresentato un esempio di attaccamento e fedeltà al Comune. «Mi hanno animato lo spirito di servizio e il desiderio di fare qualcosa per il mio comune», dice Broccon, vera guida per quei giovani presidenti di seggio che a Cesiomaggiore sono entrati man mano a svolgere un ruolo impegnativo ma gratificante. «Ho iniziato con le amministrative del 1975 un po’ per caso: ero stato convocato a sorpresa, ma accettai ben volentieri».
Precisione, ordine, doti da leader, competenze, passione. Sono solo alcune delle caratteristiche da cui un presidente di seggio non può prescindere, affinché l’intera squadra di scrutatori riesca a rendere al meglio e tutto funzioni. Dalla vidimazione delle schede del sabato alla registrazione dei voti la domenica, dai dati che devono sempre tornare alla delicata fase dello scrutinio. «Va responsabilizzato chi è al seggio con te, affinché ognuno possa esprimersi al meglio. Alla base comunque deve esserci la preparazione. Solo così riesci a dirimere eventuali diatribe o discussioni. Ricordo ancora, i primi anni, i rapporti non sempre facili ed immediati con i rappresentanti di lista degli storici partiti».
I tempi sono cambiati in quasi mezzo secolo di votazioni. «Votano sempre meno persone ed è un peccato, anche se la politica dovrebbe far sì che i cittadini si sentano davvero partecipi della vita amministrativa attraverso la loro partecipazione alle consultazioni. Altrimenti rischiamo di perdere il concetto di democrazia. Qualcosa invece è rimasto sempre invariato: la quantità di documenti cartacei da compilare… Anche in piena era tecnologica».
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