Ufficio turistico a rischio di stop

CALALZO. «Se non interverranno fatti nuovi, la Pro Loco di Calalzo, la prima associazione di questo tipo nata in Cadore, non assicurerà quest’anno l’apertura estiva dell’ufficio in piazza IV Novembre». Lo ha comunicato Livio Peruz, responsabile della Pro Loco stessa e presidente del gruppo Vio (volontari in pensione). Anche ieri era al lavoro, stavolta a Lagole; in quella zona, insieme ai suoi colleghi volontari, sta ripristinando i diversi sentieri.
«Il motivo è semplice», spiega, «con il contributo comunale di euro zero, la Pro Loco fatica già a gestire la spesa corrente, che comprende sia l’affitto dell’ufficio informazioni in piazza IV Novembre e sia le spese di elettricità e telefoniche. In questi giorni», prosegue Peruz, «sembra però che si stia aprendo uno spiraglio che consenta l’apertura dell’ufficio: alcuni imprenditori di Calalzo, messi al corrente della situazione, hanno promesso di farsi carico di quel contributo che l’amministrazione comunale non eroga più. Grazie a questa promessa, si è riaccesa la speranza di poter ragionare su un futuro turistico moderno che sollevi Calalzo dalle secche nelle quali sta precipitando. Sinora siamo solo a livello di promesse, sia chiaro; ma la Pro Loco ha comunque ripreso il programma che le consentirebbe di arrivare alla concretizzazione della “ospitalità diffusa” in tempi utili per non perdere la stagione turistica estiva. I soci della Pro Loco di Calalzo», prosegue Peruz, «sono convinti che il tempo per far ripartire il turismo in Cadore stia per scadere. Sono convinti che il motore da avviare per rimettere in moto una economia che si affianchi a quella alberghiera e al manifatturiero rimasto dopo le delocalizzazioni siano i progetti di “albergo diffuso” che stanno prendendo sempre più campo e che sono stati inseriti nella nuova legge regionale sul turismo. Alla Pro Loco sarebbe piaciuto iniziare questo percorso, che avrebbe traghettato finalmente Calalzo verso un turismo moderno; ma, con i tagli apportati al bilancio nell’ultimo anno, non è nemmeno pensabile iniziare il percorso per arrivare all’albergo diffuso, che richiede lavoro e anche un certo impegno finanziario».
Quali prospettive, allora?
«Non molte, purtroppo. In questi ultimi tempi ci ha riempito di amarezza l’annuncio che, dei due percorsi di collegamento in predicato di essere realizzati, solo uno effettivamente lo sarà: quello che unirà lo chalet del Miralago di Sottocastello a Vallesella. Niente da fare invece per quello che avrebbe dovuto collegare la zona del parco intitolato ad Alberto del Belgio, in località Caravaggio, al comprensorio di Pozzale. Inutile negarlo», conclude Peruz, «siamo preoccupati non poco per il futuro del paese. Non vediamo altri enti nel comprensorio cadorino che possano aiutarci, all’infuori della Magnifica Comunità di Cadore che sta facendo in qualche misura la sua parte, suggerendo almeno come affrontare il presente e, in prospettiva, anche il futuro».
Vittore Doro
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