Tuffo nel passato a Palazzo delle Contesse: riuniti i reperti storici scoperti sul territorio

È il primo passo del progetto di valorizzazione che culminerà con la nascita del museo archeologico di Borgo Valbelluna 
Dante Damin

L’EVENTO

Inaugurata ieri mattina a Mel la mostra archeologica nella sede museale di Palazzo delle Contesse.

In occasione del venticinquesimo anniversario della struttura (fondata nel 1996), l’amministrazione comunale proporrà infatti fino al 9 gennaio 2022 un’esposizione di reperti storici provenienti da tutto il territorio comunale grazie alla collaborazione con la Soprintendenza e i musei civici di Belluno e Feltre. Una sorta di anticipazione di quello che sarà l’obbiettivo sul medio lungo termine, ovvero riunire in maniera stabile tutti i ritrovamenti a Palazzo delle Contesse inserendoli in un percorso ad hoc in quello che diverrà poi il “museo archeologico di Borgo Valbelluna” : uno spazio che racconterà la storia del territorio, un punto di riferimento per chiunque, residente o turista, voglia approfondire o conoscere le vicende storiche del Comune.

Le sale espositive sono cinque, visitabili seguendo un percorso che parte dalla preistoria per arrivare fino al medioevo, passando attraverso mesolitico, neolitico, età del bronzo e impero romano.

Per l’occasione sono stati selezionati i reperti più significativi di ogni epoca, predisposti in teche di vetro: la chiave rituale ritrovata sul monte Nenz, un tesoretto di monete d’argento proveniente dalla campagna di Morgan, il corredo funebre del nobile longobardo di Castelvint a Mel. E poi altri cimeli ancora da Col de Varda e Nareon, Farra e Bardiaga, ai quali si aggiungono quelli dei recenti scavi condotti nell’area della chiesa di San Bernardo a Lentiai e nella necropoli di Mel, datata all’età del ferro.

«Abbiamo la speranza che i musei diventino teatri della memoria», ha detto la vice sindaca e assessore alla Cultura, Monica Frapporti, «e che siano vivi, non semplici contenitori di oggetti. E che sappiano raccontare il territorio e le persone che ci hanno vissuto».

«La mostra rappresenta la volontà del nuovo Comune di ripartire e di costrurire la sua identità attraverso la valorizzazione del suo patrimonio storico, artistico e archeologico», ha aggiunto il sindaco Stefano Cesa, «e questo è il più grande e bel messaggio che possiamo dare alla comunità e ai nostri giovani».

Pensieri condivisi anche dal ministro pentastellato per i rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, che si è soffermato sulla necessità di coinvolgere i giovani facendoli appassionare alla storia, alla cultura e all’ambiente, invogliando anche gli altri Comuni bellunesi a seguire l’esempio di Borgo Valbelluna.

«Sotto i nostri piedi c’è un pezzo importante di storia», gli ha fatto eco l’onorevole Roger De Menech, «che, se avremo la capacità di far emergere, potrà fornire delle prospettive diverse alla nostra provincia anche sotto il profilo dello sviluppo economico. Dobbiamo inoltre fare rete: ormai il Bellunese deve avere un’unica visione di sviluppo culturale dei musei e la Provincia può coordinare un lavoro importante, affinché questi possano divenire un’ulteriore fonte per attirare i visitatori».

Prima del termine della cerimonia si sono susseguiti i saluti dell’assessore alla Cultura Marco Perale per il Comune di Belluno e di Simone Deola che, in qualità di assessore provinciale, ha confermato la volontà di riorganizzare la rete dei musei provinciali, affidando il compito alla Cà Foscari di Venezia. La mostra è visitabile i sabati e le domeniche, 9-12 e 15-18. —



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