Truffò la madre di un ospite del Ceis

L’imputato è riuscito a spillarle 19 mila euro per presunte spese legali utili a evitare il carcere al figlio 

BELLUNO. Truffa da 19 mila euro al Ceis. Secondo l’accusa, un ex ospite della comunità riuscì a farsi dare questi soldi dalla madre di un giovane tossicodipendente, con la scusa che sarebbero serviti allo stesso figlio per pagare un avvocato, in non meglio specificati processi penali. Rosario Del Basso è finito in tribunale, difeso dall’avvocato Simona Ianese.

Per convincere una donna evidentemente in difficoltà e preoccupata per la situazione del ragazzo, l’imputato avrebbe simulato un ordine di carcerazione esecutivo presentato allo stesso Ceis dai carabinieri e si sarebbe fatto consegnare il denaro, soprattutto in contanti, per motivi di risparmio fiscale.

Drammatica la deposizione della donna, di fronte alle domande del pubblico ministero Gulli: «Del Basso mi diceva che questi soldi servivano a mio figlio per motivi legali e che glieli avrei dovuti dare sulla fiducia, senza chiedere alcuna ricevuta in cambio. Con il mio bancomat, potevo fare prelievi al massimo di 750 euro. Alla fine, ci ho rimesso 19.350 euro, che non sono certo andati all’avvocato difensore. Non so nemmeno dove sia il mio ragazzo, in questo momento».

La donna si è costituita parte civile con Carotta del foro di Vicenza per avere il risarcimento dei danni sofferti, dopo che all’epoca dei fatti si era rivolta al direttore generale del Ceis, Giulio Martini: «Ho incontrato la signora, che mi ha spiegato quello che era successo», ha spiegato Martini. «Del Basso si è comportato in questa maniera all’insaputa della nostra struttura. Quando l’abbiamo convocato per avere delle spiegazioni in proposito, ha negato tutto. Da parte nostra, non potevamo fare niente, in mancanza anche di una sola ricevuta».

Sentito dalla pubblica accusa anche Alessandro De Conto, uno dei responsabili dei servizi offerti dal Centro italiano di solidarietà: «Del Basso era uno che ce l’aveva fatta e veniva portato come esempio agli ospiti che stavano ancora seguendo il percorso terapeutico di recupero. Faceva quello che noi chiamiamo affiancamento. Quando gli è stato chiesto di spiegare l’accaduto, ha negato tutto, escludendo di aver fatto quello che gli era stato attribuito».

La procura contesta 14 versamenti da parte della madre a Del Basso: il primo di duemila euro il 17 aprile 2012 e l’ultimo di mille il 9 maggio dell’anno dopo. Quello più alto è di tremila il 28 maggio 2012.

Il giudice Cittolin ha rinviato al 2 ottobre: in quell’occasione saranno ascoltati l’avvocato non pagato e il figlio della donna truffata. A quel punto, potrà esserci la discussione finale, con le richieste delle parti e la sentenza di primo grado.

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