Treno delle Dolomiti: un bando ad hoc

FARRA D’ALPAGO. Dall’altopiano del Cansiglio, dove ieri hanno festeggiato insieme i Trevisani nel mondo e l’Abm, arriva una novità in termine di trasporti e di mobilità. «Ci tengo moltissimo, come ho ripetutamente affermato, al “treno delle Dolomiti”. Bene, in questa prospettiva – ha annunciato Luca Zaia, presidente della Regione – ho intenzione di promuovere un bando unico per questa linea da Venezia a Conegliano e da qui a Vittorio Veneto, Ponte nelle Alpi, Calalzo, Cortina fino a Dobbiaco».
«Un sogno nel cassetto – commenta Oscar De Bona, presidente dell’Abm – «che costituisce la vera alternativa al prolungamento dell’A27 che i nostri emigranti hanno sempre immaginato e proposto ma, che in queste condizioni di compatibilità finanziaria ed ambientale, ritengono loro stessi improponibile».
La gara ad hoc potrebbe maturare già sul finire del prossimo anno o all’inizio del 2017.
Presidente, il maltempo di questi giorni ha evidenziato ancora una volta la fragilità delle infrastrutture, specie quelle stradali. È un problema che sta a cuore, in particolare, agli emigranti bellunesi che sono convenuti qui in Cansiglio insieme a quelli trevisani, come sottolinea il loro presidente Oscar de Bona. Dopo le emergenze avvenute, la Regione intende quanto meno promuovere un tavolo per affrontare i problemi più urgenti?
«I tavoli sono importanti, ma non sufficienti. Io, appena rieletto, ho fatto di più. Ho messo un mio uomo di fiducia a presidiare il territorio: Gianpaolo Bottacin. Gli ho dato un assessorato e una delega all’ambiente, alle frane, al dissesto idrogeologico e alla protezione civile. Belluno deve sapere che oggi la Regione ha un suo presidio fisso sul territorio».
Ma Bottacin è il suo luogotenente o ha pieni poteri?
«Ripeto: è il mio uomo di fiducia. Rivolgersi a lui è come se ci si rivolgesse al sottoscritto».
La priorità infrastrutturale della Regione è la galleria di Coltrondo, in Comelico. Intende confermarla?
«È ovvio. C’è qualche dubbio?».
Nessun dubbio. Fatto si è che dalla primavera scorsa non ci sono novità per l’iter di quel traforo e che la stessa galleria paramassi, da prolungare, ha registrato un cantiere che ha rimandato alla primavera scorsa il prolungamento di quella protezione. L’allora ministro Lupi, invece, aveva assicurato che l’opera sarebbe stata pronta per l’inizio del nuovo anno scolastico, in settembre.
«Mi chiedo: tutte le processioni di benpensanti che sono andati dalla sindaca di Santo Stefano dopo la frana dove sono finite? Io ho presentato il progetto, io ho presentato la richiesta al primo posto nelle opere della finanziaria. La galleria la deve fare il governo. Quella è una strada statale».
La Regione, quindi, ha fatto il suo dovere, come lei lascia intendere. Chi non l’ha ancora fatto è il Governo? È a Roma che il sindaco Buzzo deve rivolgersi per sollecitare l’iter procedurale?
«È evidente. Facciamo in modo, in ogni caso, che quando arrivano ministri e politici o portano soldi o non li riceviamo. Sto parlando anche del tornado che ha colpito la Riviera del Brenta: è inutile fare processioni nei cantieri. Chi viene deve portare soldi sennò stia a casa».
Si riferisce al suo amico Delrio, ministro delle infrastrutture?
«Mi riferisco a tutti coloro che sono arrivati in processione».
Gli emigranti bellunesi hanno chiesto, per decenni, il prolungamento dell’autostrada A27. Oggi è improponibile…
«Resta il problema dello sfondamento a nord. C’è una riflessione che dobbiamo fare: ogni infrastruttura, stradale o ferroviaria che sia, deve innanzitutto rispettare l’ambiente. E quindi dobbiamo trovare una soluzione. Ovvio che oggi la soluzione autostradale sembra impraticabile. Però anche la riqualificazione dei tratti viabilistici esistenti sarebbe già una grande partita da affrontare. Mi viene in mente, immediatamente, Acquabona a Cortina. La vera “autostrada” è, oggi come oggi, quella su ferro. E noi, come Regione, dobbiamo trovare il coraggio di investire. Inutile fare i progressisti, parlare di biciclette e poi non finanziare le opere: questa è la tragedia».
Lo sfondamento a nord, su ferrovia, è l’ipotizzato collegamento tra Calalzo, Cortina e Dobbiaco, per arrivare poi a Lienz?
«La regione più turistica d’Italia, che avrà i mondiali di sci nel 2021, oggi ha la necessità di avere “il treno delle Dolomiti” come ce l’ha la Val Pusteria. Penso, pertanto, quando sarà il momento, di mettere a gara il lotto del “treno delle Dolomiti” per conto proprio».
Ma lei ha già assicurato una gara specificatamente per le linee non elettrificate del Veneto, e in particolare per tutta la provincia di Belluno. La conferma?
«Io stralcerò quel tratto di ferrovia dalla gara ufficiale perché voglio farci un bando ad hoc: Conegliano - Calalzo e proseguimento fino a Cortina, quindi verso Dobbiaco».
Compresa l’elettrificazione?
«Mi risulta che Rfi e Trenitalia stiano già trattando per l’elettrificazione della Conegliano-Vittorio Veneto. Si tratta di verificare il proseguo. E la Regione vuole essere della partita».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi








