Treno delle Dolomiti La Regione sceglie la tratta più corta lungo la Valboite

Nessuna ufficialità ma decisione presa già da diverso tempo Zaia la illustrerà «tra due mesi, a Covid si spera contenuto»

CORTINA

Era il 13 febbraio 2016 quando, a Cortina, l’allora ministro dei trasporti Delrio sottoscriveva con il governatore Luca Zaia ed il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, il protocollo d’impresa sul “treno delle Dolomiti”. Sono passati cinque anni, e giusto in questi giorni si è saputo che Zaia illustrerà «fra due mesi, a pandemia si spera contenuta», la scelta del tracciato che la Regione ha fatto. Non si hanno ovviamente anticipazioni ufficiali di sorta: né Zaia, né tanto meno la vicepresidente Elisa De Berti, si lasciano sfuggire nulla sul percorso. Essendo però ormai dichiarato che il primo obiettivo è quello di portare nel tempo più breve i turisti da Venezia ai piedi delle Dolomiti, di certo non si potrà mai fare il giro per Auronzo e la Val d’Ansiei o per l’Agordino; da Calalzo, si procederà quindi direttamente per la Val Boite. Quindi Pieve di Cadore-Tai, Valle, San Vito con arrivo a Cortina. Tentando, magari, di eguagliare il tempo del trasbordo in auto, quindi di contenere la percorrenza nei 150’. Oggi da Venezia a Calalzo si impiegano 2h39’se va bene, ma si può arrivare a più di 4 a causa di vari cambi.

Cinque anni solo per decidere quale percorso fare: decisamente un po’ troppi.

La vicepresidente De Berti spiega che sono stati causati dal fatto che gli amministratori locali non hanno scelto in fretta fra i due tracciati proposti, la diretta Calalzo-Cortina e l’alternativa per Auronzo, Palù San Marco, traforo della montagna ed uscita a Cortina. I sindaci, Tatiana Pais Becher in testa, hanno sostenuto con forza un terzo progetto: quello per la Val d’Ansiei, ma anticipando lo sforamento della montagna per uscire a San Vito. È poi arrivato, l’anno scorso, anche un quarto suggerimento, questo dall’Agordino: la ferrovia fino a Caprile circa e poi tunnel per Cortina. La provincia di Belluno era stata sollecitata a trovare una sintesi fra le Amministrazioni locali. Venezia, non ricevendo riscontri, ha proceduto e l’opzione definitiva, peraltro già pronta prima delle elezioni regionali 2020, verrà presentata entro la conclusione della primavera quando si spera in una tregua almeno nella pandemia.

«La Provincia», ricorda il presidente Roberto Padrin, «ha finanziato la progettazione con i 200 mila euro del fondo di confine. Da tempo è in attesa degli studi progettuali da sottoporre ai sindaci che possono esprimersi solo constatando benefici e svantaggi in base a una documentazione appunto progettuale».

Intanto si sa che il presidente Kompatscher, considerati i costi dell’opera, ha rinunciato al momento al collegamento di competenza, tra Bolzano e Cortina. L’opera, infatti, potrebbe costare complessivamente non meno di un miliardo e mezzo. È evidente che per le Olimpiadi sarà pronto solo il progetto, mentre qualcosa di più concreto potrebbe materializzarsi fra Trento e Feltre: di sicuro con l’elettrificazione della linea e probabilmente anche con l’inizio del cantiere ferroviario tra Primolano e Feltre. Anche in questo caso, altri 200 mila euro di progettazione dal fondo dei Comuni di confine. —



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