Trattore e rimorchio investiti dal treno Le foto

FELTRE. Non è esattamente una freccia, il treno regionale che collega Feltre alla pianura. Anzi, è più famoso per i ritardi - e per la sua lentezza - che per le sue prestazioni. Però basta un filo di vento contro e non fa rumore. Può succedere di non sentirlo arrivare, assicura un agente della Polfer osservando i rottami del trattore con rimorchio travolto ieri pomeriggio a Sanzan mentre attraversava un passaggio a livello privato. Incidente spaventoso e spettacolare, ma praticamente senza conseguenze, se si escludono i problemi sulla rete ferroviaria. Alla guida del trattore c’era un uomo di 42 anni (B.G., di Vidor), investito e scaraventato nel fosso che separa i binari dalla strada regionale Feltrina, al chilometro 48,6. Dalla cabina del mezzo agricolo l’uomo è uscito con le sue gambe, quasi illeso anche se un po’ pestato. Un’ambulanza lo ha portato al pronto soccorso dell’ospedale di Feltre dov’è gli hanno fatto una radiografia per poi rispedirlo a casa in serata. Non ha ferite gravi, la prognosi è di dieci giorni. È stato molto fortunato.
E fortunati sono stati anche i passeggeri del treno 5749, partito alle 13,40 da Feltre e diretto a Treviso. Pochi, a dire il vero, per lo più studenti che sarebbero scesi a Montebelluna. «Abbiamo sentito una botta fortissima e poi un’altra subito dopo», racconta una ragazza rimasta sul luogo dell’incidente ad aspettare il passaggio di un amico mentre gli altri passeggeri sono stati fatti salire sull’autobus sostitutivo mandato da Trenitalia. L’impatto in effetti è stato doppio, anzi triplo. Perché prima la motrice ha investito la parte anteriore del trattore, spazzandolo via, e poi il rimorchio del mezzo agricolo nello slancio è finito contro il primo dei due vagoni, colpendolo due volte. In un punto ha bucato la carrozzeria, poco più indietro, in corrispondenza dell’ultimo finestrino, ha aperto uno squarcio impressionante. La fortuna ha voluto che non ci fosse nessuno seduto nei posti in fondo.
Alla ricostruzione dell’incidente sta lavorando la polizia ferroviaria che è intervenuta sul posto insieme ai vigili del fuoco di Feltre. Lo scontro è avvenuto alle 13,55. B.G., salito da Vidor con il trattore e il rimorchio, ha un terreno a ridosso del Piave e per comodità è solito raggiungerlo passando da Sanzan, anche se, fa notare un contadino della frazione, c’è un altro attraversamento, più sicuro a Carpen. A Sanzan c’è un passaggio a livello in consegna ai privati. Rfi ha montato una sbarra che normalmente dovrebbe essere chiusa con un lucchetto. La chiave è in dotazione ai pochi autorizzati al transito, praticamente solo i proprietari dei terreni che stanno aldilà dei binari, ai lati di una strada sterrata e ripida. Ma la sbarra - raccontano un paio di residenti, accorsi dopo l’incidente - resta quasi sempre aperta o accostata. Non a caso, nel tardo pomeriggio, Trenitalia parlerà esplicitamente di «probabile mancato rispetto delle regole d’uso del passaggio a livello», riservandosi comunque di aspettare l’esito delle indagini.
Quando B.G. arriva a Sanzan, comunque, la sbarra è almeno accostata. L’uomo, infatti, scende dal trattore, la apre, risale sul mezzo, lo porta avanti e proprio in quel momento sopraggiunge il treno. Il macchinista non ha il tempo di frenare. «L’ho visto spuntare quando ero già lì», racconta il conducente della motrice, un ragazzo sui trentacinque anni visibilmente scosso. «Un treno non si ferma come una macchina, ho frenato ma l’ho investito». Motrice e due vagoni, dopo l’impatto, concludono la corsa a centocinquanta metri dal passaggio a livello dove è avvenuto l’incidente. Il treno resterà lì per le due ore successive in attesa di un’altra motrice che lo riporterà a Feltre. I passeggeri scendono, tutti illesi, e le attenzioni si spostano sul conducente del trattore, che però è cosciente e in grado di scendere senza aiuto dalla cabina del suo mezzo, tra vetri rotti e rottami del rimorchio. Sul posto arrivano prima l’ambulanza, poi la Polfer e i vigili del fuoco di Feltre. Quindi il servizio sostitutivo di Trenitalia, che imbarca tutti i passeggeri sul bus e prosegue il tragitto. Le operazioni di soccorso proseguono con il recupero del mezzo incidentato, completate grazie all’intervento di un altro trattore, e con una prima manutenzione del treno, quanto basta perché non ci siano lamiere sporgenti e possa quindi entrare in galleria per fare ritorno alla stazione di partenza.(cric)
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