Tragedia di Misurina, patteggia due anni

Il gup riconosce le attenuanti generiche a Mario Sandri, il trevigiano che alla guida del Suv uccise tre persone e ne ferì una

MISURINA. Ha patteggiato due anni Mario Sandri, il 39enne di Nervesa della Battaglia (Treviso) accusato di omicidio colposo plurimo, per aver travolto e ucciso il 25 luglio del 2010 col suo Suv, tre turisti della provincia di Vicenza che stavano passeggiando lungo il lago di Misurina.

Il gup Aldo Giancotti ha disposto anche la sospensione della patente di Sandri per un anno, pena però già scontata dal trevigiano nell’immediatezza dell’incidente e lo ha condannato al pagamento delle spese processuali ammontanti a circa 80mila euro .

Resta aperta, invece, la vicenda risarcitoria. Ad oggi, infatti, sono stati pagati dalle assicurazioni 1.420.000 euro ai parenti delle tre vittime, e 50mila euro all’unica persona rimasta ferita, su un totale di circa 3.5 milioni di euro stabiliti a titolo di risarcimento.

Ieri mattina, al tribunale di Belluno, nell’aula delle udienze preliminari (pm Antonio Bianco), era presente Sandri accompagnato dal suo difensore Otello Bigolin, del foro di Treviso (che non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione), l’avvocato Paolo Perera, in rappresentanza delle assicurazioni, e alcuni dei 26 parenti delle vittime costituitisi parte civile (rappresentati dall’avvocato Daniele Accebbi del foro di Vicenza).

E a molti di questi ultimi non è piaciuta la decisione del giudice tanto che si sono avuti anche momenti di tensione durante l’udienza come ha riferito il loro legale.

A perdere la vita nel tragico incidente dell’estate 2010 furono immediatamente Antonio e Marilena Martini, mentre la loro amica Teresa Godalli Pasqualotto, morì qualche giorno più tardi per i gravi traumi riportati. Insieme con loro anche Biancarosa Martini che quel giorno fu colpita dall’auto del trevigiano, prima all’altezza dello stomaco poi al ventre, finendo ferita gravemente all’ospedale.

Sandri, bassanese di nascita ma da tempo residente nel Trevigiano, quel 25 luglio 2010 viaggiava a bordo del suo Suv con la moglie e figli. Dopo aver perso il controllo del mezzo, come riferito da lui stesso, per un malore o un colpo di sonno, prese in pieno il gruppetto che si trovava su una stradina a margine della statale 48bis.

Ieri il giudice ha riconosciuto le attenuanti del risarcimento oltre a quelle generiche. Attenuanti a cui l’avvocato di parte civile si era opposto, come anche alla tesi del colpo di sonno. «Per noi non sarebbe stato un colpo di sonno, ma l’esito di una manovra per cercare un parcheggio. La zona poi in cui è avvenuto l’incidente mortale», precisa il legale, «non era stata adeguatamente segnalata e delimitata tanto che in sede di indagine avevamo espresso delle perplessità sull’operato della Provincia per la mancanza di protezione dell’area, cosa che avrebbe creato in Sandri, a nostro avviso, la convinzione di poter accedere alla zona». Per l’avvocato di parte civile, inoltre, «Sandri non avrebbe dimostrato un comportamento collaborativo per cui non andava premiato con le attenuanti generiche. I miei assistiti pertanto sono amareggiati per il patteggiamento. E non sono mancati momenti di tensione da parte di qualcuno dei parenti». Accebbi ha cercato di far inserire tra i beneficiari del risarcimento anche il nipote nato 11 mesi dopo la morte della Martini, ma la richiesta non è stata accolta dal giudice. (p.d.a.)

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