Tragedia di Falco, inchiesta archiviata

Il gip Giorgio Cozzarini ha accolto la richiesta del pm Antonio Bianco: “assolto” l’operato del pilota Dario De Filip
Fabio Bristot
Fabio Bristot

BELLUNO. Non fu un errore del pilota, ma non vi furono nemmeno responsabilità dell’azienda di elisoccorso che forniva cartine e mezzi né dell’Usl che attraverso la centrale del 118 chiese all’equipaggio di verificare se sul luogo della frana a Rio Gere erano rimasti coinvolti alcuni escursionisti. I cavi, inoltre, erano segnalati nel rispetto delle norme vigenti all’epoca. Una tragedia senza colpe né colpevoli, dunque, quella del 22 agosto 2009 quando, sul Faloria, sopra Cortina, il velivolo del 118, con quattro uomini dell’equipaggio a bordo, si schiantò, dopo che le eliche di Falco s’impigliarono sui fili di un elettrodotto di media tensione. È stata archiviata definitivamente l’inchiesta della procura sulla tragedia di Rio Gere, avvenuta quattro anni fa. Il giudice delle indagini preliminari Giorgio Cozzarini ha accolto la richiesta di archiviazione, richiamandosi alle conclusioni del pubblico ministero Antonio Bianco. Si trattava di una richiesta-bis d’archiviazione da parte della procura, dopo che già a suo tempo il pm Martina Gasparini aveva chiesto di chiudere l’inchiesta sostenendo l’ipotesi dell’errore umano del pilota. Ma la richiesta d’archiviazione del caso non fu accolta dal giudice delle indagini preliminari Aldo Giancotti, che nel febbraio del 2011, dispose un supplemento d’indagine, accogliendo così le richieste dei legali dei familiari (gli avvocati Eugenio Ponti, Massimo Moretti e Giovanni degli Angeli) delle 4 vittime dello schianto: il pilota Dario De Felip, l'assistente Marco Zago, il medico Fabrizio Spaziani e il tecnico del Soccorso alpino Stefano Da Forno. Due i motivi che avevano spinto il giudice a disporre un approfondimento d'indagine. Il primo: per completare alcuni punti, rimasti in sospeso, nella consulenza agli atti della procura. Secondo: per verificare se nelle mappe in dotazione all'equipaggio dell' elicottero fosse stata segnalata la presenza dei cavi contro i quali finì il velivolo del 118.

Nel corso delle nuove indagini anche il pubblico ministero Bianco non ha ravvisato ipotesi di reato a carico di terzi, ma ha anche “assolto” l'operato del pilota. Le indagini del pm Bianco si sono basate anche su una nuova perizia dei tecnici dell'Ansv (l’agenzia nazionale sulla sicurezza del volo). Nella relazione tecnica dell'agenzia, si sosteneva come sull'elicottero, dopo l'incidente, fossero state ritrovate alcune cartine geografiche “per escursionisti”, «quindi non destinate all'uso aeronautico, sulle quali erano indicati gli impianti di risalita e le sciovie/teleferiche, non le installazioni fisse/cavi aerei che portavano alimentazioni a tali impianti». Era stata rinvenuta inoltre una cartina emessa dal Centro informazioni geotopografiche aeronautiche, su cui erano presenti «simboli delle installazioni fisse, ma con una scala tale da non permettere la loro precisa identificazione. Inoltre, identificato su di essa il punto d'impatto, non vi era alcuna segnalazione relativa ad installazioni fisse».

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