Tragedia di Arsiè: le due vittime dalle esalazioni di due vecchi bracieri

ARSIE'
Il monossido di carbonio, silenzioso e invisibile, sprigionato forse da una stufa caricata eccessivamente di legna da ardere ha fatto due vittime ad Arsiè.
Adriano Faoro, 52 anni, di Arsiè, e Sabrina De Pellegrin, 54 anni, di Belluno, sono stati trovati ormai privi di vita nell’edificio di via San Sebastiano, alle porte di Arsiè, di proprietà dell’uomo.
Il proprietario dello stabile non rispondeva al telefono e i familiari sono andati a cercarlo lì, nell’edificio di famiglia che era stato sottoposto a dei lavori di ristrutturazione, per capire cosa fosse successo.
Sono stati i vigili del fuoco, accorsi a supporto dei carabinieri della stazione di Arsiè, a verificare con i loro strumenti cosa fosse successo: l’apparecchio in dotazione ai pompieri ha mostrato infatti subito una alta concentrazione di monossido all’interno dei locali. Un gas infido che ha saturato l’ambiente senza che le due persone che vi si trovavano riuscissero ad accorgersene.
La tragedia potrebbe risalire ancora a sabato ma solo nel primo pomeriggio di ieri, quando i familiari di Faoro hanno provato a cercarlo in via San Sebastiano trovando la macchina parcheggiata all’esterno della casa che ospitava un tempo il salone da parrucchiera, si è capito che era successo qualcosa.
L’allarme al 112 ha fatto così accorrere i carabinieri del paese nella stradina laterale alle porte del paese, affacciata sulla via principale all’altezza del bar Mondo.
La macchina di Faoro parcheggiata poco lontano e la porta chiusa con le chiavi all’interno hanno fatto capire che c’era qualcosa che non andava. Carabinieri e pompieri hanno aperto la porta ed hanno controllato all’interno dell’edificio, trovando i due corpi riversi, ormai privi di vita.
La verifica tecnica effettuata dai pompieri con l’apparecchiatura in dotazione ha permesso di individuare subito la causa della tragedia: il monossido di carbonio, ancora presente nel locale.
Un drammatico incidente dovuto al gas sprigionato dalla combustione, dunque, protagonista di episodi analoghi anche nel recente passato.
La tragedia provocata dal monossido nello stabile di via San Sebastiano, che un tempo era un edificio rustico e poi era stato sistemato per ricavarvi un negozio e dei locali, ha scosso Arsiè.
Adriano Faoro lavorava come operaio a Feltre, alla “metallurgica”, l’attuale Hydro Extrusion, e lascia due figli.
Sabrina De Pellegrin, della frazione bellunese di Sopracroda, aveva lavorato in passato in locali pubblici in centro a Belluno e lascia tre figli.
I primi rilievi dei carabinieri e la verifica fatta dai pompieri che ha accertato la forte presenza di monossido di carbonio hanno permesso di chiarire subito la natura accidentale della tragedia. Tanto che già nel pomeriggio l’autorità giudiziaria ha dato il nulla osta affinché le salme venissero messe a disposizione dei familiari. —
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