Tiro a segno sui cervi, si riapre la polemica

FELTRE. In autunno sarà il solito tiro a segno. «Come andare a rubare in chiesa», dicono gli animalisti, ma per i cacciatori è giusto così. Gli spostamenti dei cervi, che dopo il periodo del bramito si spostano uscendo dai confini della riserva del Vincheto in direzione del Piave resta un tema da tempo sul tavolo, rinfocolata nel 2011 per una polemica tra i cacciatori di Feltre e Lentiai e sempre attuale adesso. La presenza di tre altane in località Girole che tengono sotto controllo la zona immediatamente all’esterno del perimetro della riserva destano comunque perplessità. Tutto regolare, per carità. Qui eventualmente entra in ballo l’opportunità di creare una fascia cuscinetto.
In mezzo c’è il Corpo Forestale dello Stato che deve fare rispettare la legge e dal 2008 ha acquisito la concessione demaniale su altri trenta ettari all’esterno della riserva, dalla zona del ponte di Busche fino a Celarda. Un’area sulla quale la Forestale avrebbe dei progetti di valorizzazione come la creazione di percorsi di educazione ambientale per creare, almeno in termini di principio, un blocco unico con la riserva naturale attualmente perimetrata.
Su tutt’altra linea il presidente della riserva di caccia di Feltre, Guido Bonsembiante, il quale parla di polemica inutile e pretestuosa: «Se andiamo a guardare il Feltrino, ogni zona di caccia è prospiciente con una zona protetta. Ci sono già molte aree in cui non è consentita l’attività venatoria. Non credo che aggiungere quel tratto avrebbe senso. Tra l’altro è proprio la Provincia ad avere aumentato il piano di abbattimento perché i cervi stanno proliferando. Sono animali bellissimi quando dannosi per le colture. Basta andare a chiedere ai contadini della zona per capire i danni che hanno causato alle colture. In ogni caso si tratta di pochi capi».
Bonsembiante non ritiene nemmeno che sia una questione di opportunità: «Il Vincheto confina anche con la campagna di Villapaiera, eppure su quel versante nessuno ha nulla da ridire», aggiunge il presidente dei cacciatori feltrini. «Io credo che la polemica sia legata ancora a quanto accaduto l’anno passato quando il ramo principale del Piave si era spostato a causa di alcune piogge molto intense. Per un accordo tacito con Lentiai si è sempre accettato che fosse il ramo principale del Piave a fare da confine tra le riserve di caccia. Così, lo spostamento del 2011 ha creato una situazione nuova e qualcuno l’ha presa male, ma il rapporto con i colleghi della Riserva di caccia di Lentiai è sempre improntata al buon vicinato. Ma sono polemiche sterili I cervi si aggirano un po’ ovunque: sul Tomatico, sul Miesna, lungo l’asta del torrente Caorame, alle Girole. E pure al Vincheto. Là si radunano perché è zona del bramito».
Guido Bonsembiante chiude il ragionamento e di fatto ad eventuali trattative: «Già l’anno scorso gli animalisti hanno alzato un polverone sulle altane alle Girole, ma si tratta di strutture regolari e nel momento in cui la caccia viene consentita non vedo perché non si dovrebbe consentire l’abbattimento».
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